Istat: Confesercenti, “previsioni positive, ma ripresa mercato interno è ancora fragile”

La Confederazione: rimangono criticità. Nel commercio ripartono solo le vendite delle grandi superfici (+2%), per i piccoli è ancora calo (-0,5%)

I dati Istat sono positivi, ma la ripresa prevista per il mercato interno è ancora molto fragile. E potrebbe essere spazzata via se dovessero scattare i maxi-aumenti Iva previsti dalle clausole di salvaguardia. Un’ ipotesi non troppo remota, visto il ‘buco’ nei conti nato in seguito della sentenza della consulta sul blocco delle rivalutazioni delle pensioni.

Così  Confesercenti commenta in una nota le previsioni macroeconomiche diffuse oggi dall’Istituto nazionale di statistica.

Dopo aver perso anche il 2014, durante il quale l’Italia è rimasta ferma mentre altri Paesi sono ripartiti, accogliamo con soddisfazione la conferma della fine della recessione nel 2015 e la revisione al rialzo della crescita del nostro Pil, in linea con il quadro positivo già delineato dal Def. Nella speranza, ovviamente, che le previsioni siano confermate dall’andamento dell’economia reale: troppe volte, negli ultimi anni, le stime, anche quelle contenute nel Def, si sono rivelate troppo ottimistiche.

Rimangono infatti molte criticità, soprattutto sul fronte del mercato interno. Il previsto mini-aumento della spesa delle famiglie, inchiodato allo 0,5%, è ancora insufficiente ad uscire dalla stagnazione dei consumi che ha caratterizzato gran parte del 2014. Una stagnazione che ha prolungato la sofferenza delle imprese, in particolare di quelle di piccole dimensioni. Un fenomeno particolarmente evidente nel commercio: dal 2010 al 2014, le piccole superfici hanno registrato una contrazione delle vendite del 9,7%, ben superiore a quella delle grandi (-1,7%). E anche nei primi due mesi di quest’anno, le vendite sono tornate in territorio positivo solo per la Gdo (+2%), mentre continua la contrazione (-0,5%) dei piccoli.

In questa scenario, l’aumento delle aliquota IVA potrebbe avere effetti devastanti sui consumi, soffocando di fatto il ritorno alla crescita previsto nei prossimi tre anni. C’è bisogno di un piano di intervento serio e articolato per rilanciare il mercato interno, a partire da una riduzione della pressione fiscale e dalla prosecuzione del processo di spending review.

 

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