Lavoro, Confesercenti: dati Istat preoccupanti, con fine cassaintegrazione altri occupati a rischio

“Servono sgravi per chi riassume”

Il calo dell’occupazione registrato dall’Istat a maggio è preoccupante, ed il bilancio potrebbe non migliorare sul breve periodo. Le imprese del commercio, della somministrazione e dei servizi ci segnalano di essere in forte difficoltà. Quando sarà finito il periodo di cassa integrazione, molti imprenditori rischiano di non aver altra alternativa che ridurre il personale.

Così Confesercenti commenta i dati sull’occupazione diffusi oggi da Istat.

Siamo di fronte a riduzione del lavoro che coinvolge tutti. Se è vero che a maggio sono calati soprattutto i lavoratori dipendenti, nel trimestre sono ‘spariti’ anche 89mila lavoratori autonomi: imprenditori e professionisti che hanno terminato l’attività a causa della crisi. Gli stessi rappresentanti dell’Ispettorato nazionale del lavoro, in audizione in Commissione Lavoro al Senato, hanno sottolineato di aver ricevuto un numero elevato di richieste di informazioni in relazione al blocco dei licenziamenti nel caso in cui l’azienda non possa riprendere l’attività. Un segnale chiaro, come notano giustamente gli ispettori, della gravità della situazione e del fatto che purtroppo molte aziende non saranno in grado di lavorare nel prossimo futuro.

C’è bisogno di intervenire, e subito, per mantenere i livelli occupazionali. Per le imprese del turismo che riassumono il personale in cassaintegrazione è previsto un periodo di sospensione dei versamenti contributivi: una misura che andrebbe estesa anche agli altri comparti messi in crisi dall’emergenza Covid-19, dalla somministrazione al commercio.

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