Natale: Confesercenti, si torna a spendere per la tavola. Per cena vigilia e pranzo Natale 2,3 miliardi di euro

Turismo organizzato

Gli italiani tornano a festeggiare il Natale a tavola. Dopo il crollo del 2020, la spesa per la Cena della Viglia ed il pranzo di Natale torna ad aumentare: quest’anno, per bandire la tavola, si spenderanno 2,3 miliardi di euro, per un budget medio di 91 euro a famiglia. Si tratta del 20% in più dello scorso anno, ma è un rimbalzo che non basta a recuperare i livelli pre-pandemia: nel 2019 si spendevano 112 euro a famiglia.

E’ quanto emerge dal consueto sondaggio Confesercenti-SWG sui consumi durante le festività di fine anno.   

Le famiglie, infatti, rimangono ancora prudenti: il 45% degli intervistati proverà a tenere il budget sotto i 75 euro, mentre solo il 2% spenderà più di 250 euro. Un chiaro segnale che le tavolate, sebbene si siano ripopolate, non saranno affollate come prima della pandemia, per ovvi motivi di sicurezza. Aumenta anche la percentuale di persone che non festeggerà, quest’anno arrivata al 10%, cui si somma il 2% che non avrà occasione di celebrare per motivi lavorativi.  

Soprattutto, crollano le prenotazioni al ristorante: prima della crisi celebrava in un pubblico esercizio l’8% degli italiani, quest’anno appena il 2%. E anche la percentuale di italiani che taglieranno il Panettone in viaggio, all’estero o in Italia, si dimezza: era l’11% prima della pandemia, ora è il 6%.

La stragrande maggioranza degli italiani – il 72% – celebrerà tra le mura domestiche con amici e parenti. E cercherà di portare a tavola soprattutto la qualità e le specialità enogastronomiche locali nei negozi alimentari specializzati.  Due italiani su tre (il 66%) si orienteranno, nella scelta del Menù di Natale, verso la tradizione: pesce e crostacei per la Vigilia, carni e primi della tradizione per il Pranzo del 25 dicembre, con brodi, fritti e dolci tipici – Panettoni e Pandori su tutti, meglio ancora se artigianali – come dettano le consuetudini della Festa, anche e soprattutto nella dimensione locale. Ma si affermano anche i piatti vegani, che compariranno sul 10% delle tavole, e quelli bio o a km zero, scelti dal 5%.

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