Pil 2012, Confesercenti: “Dato atteso ma allarmante: crollo consumi 2012 (-35 miliardi) incide per 0.7 punti percentuali sulla caduta del Pil”

“Un calo che ci aspettavamo, ma non per questo meno allarmante, che sottolinea la necessità di una politica per la crescita che faccia riprendere anche il mercato interno: il crollo dei consumi degli italiani (-35 miliardi), dovuto alla crisi e alle misure di austerity fiscale, ha inciso su un’economia già debole, ed ha contribuito alla caduta del Pil nell’ordine di 0.6-0.7 punti percentuali”. Così Confesercenti, in una nota, commenta i dati diffusi oggi dall’Istat”.

“Il dato sull’andamento del prodotto interno lordo nel 2012, pari a -2,2%, anche se si colloca leggermente al di sotto delle nuove previsioni del Governo di Ottobre scorso (-2,4%) era infatti purtroppo largamente previsto. È il terzo anno – continua Confesercenti – che registra una variazione negativa del prodotto lordo nel corso degli ultimi cinque, ed indica che la lunga crisi è ancora in corso. Qualche spiraglio, forse, si potrà intravvedere nella seconda parte di quest’anno, che comunque registrerà anch’esso, nel complesso, una nuova caduta”.

“A nostro avviso, considerando che il dato negativo dura da 6 trimestri consecutivi e che la “crescita” già acquisita per l’Istat per il 2013 è pari a -1, anche quest’anno registreremo un dato negativo”.

“Per agganciare la ripresa – conclude la nota – abbiamo bisogno di interventi precisi e di lungo respiro, che attraverso tagli coraggiosi alla spesa pubblica e la riduzione della pressione fiscale restituiscano ossigeno alle famiglie e alle imprese. Invece, nel corso del 2013 gli italiani dovranno sborsare, ad Imu invariata, 34 miliardi di tasse e imposte aggiuntive, che peseranno per 20 miliardi sulle imprese e 14 sulle famiglie. Il che secondo le nostre stime porterà in totale, nel biennio orribile 2012-2013, a una contrazione della spesa delle famiglie di 45 miliardi di euro, circa 2000 per ogni nucleo familiare. Una situazione insostenibile, che causerà la perdita di 281 imprese al giorno nei soli settori del commercio e del turismo, con drammatici risvolti occupazionali e un ulteriore avvitamento del Paese”.

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