Il presidente Confesercenti ad Italmercati: ‘strategica sinergia ingrosso-mercati rionali, ma servono regole certe per il commercio su aree pubbliche’
La trasformazione della domanda spinge il commercio a evolversi: negozi di prossimità, media distribuzione e ristorazione stanno cambiando modelli e servizi. Ma per sostenere innovazione e qualità servono politiche che riducano gli ostacoli strutturali e rafforzino la filiera tra produzione e vendita al dettaglio.
In Italia è in corso un profondo cambiamento nelle modalità di acquisto: famiglie più piccole, crescita dei single, consumo più individuale e maggiore alternanza tra fisico e digitale stanno ridisegnando frequenza, formati e canali del commercio alimentare. Si compra più spesso, in porzioni ridotte, cresce il fuori casa e il pronto consumo.
“La rete commerciale non è rimasta ferma”, ha sottolineato il Presidente di Confesercenti Nico Gronchi, intervenendo all’evento “Rigenerare il fresco” promosso da Italmercati e Ismea. “Dai negozi di vicinato alla media distribuzione, fino alla ristorazione, gli operatori stanno già innovando: personalizzazione dell’offerta, prodotti pronti di qualità, sfuso, packaging sostenibile, integrazione tra fisico e digitale. L’adattamento è in corso e si vede”.
La questione centrale, ha evidenziato Gronchi, è un’altra: “Il problema non è se le imprese stiano innovando: lo stanno facendo. Il punto è se viene consentito loro di continuare a farlo. Oggi troppe chiusure non derivano dalla mancanza di domanda, ma da ostacoli strutturali – pressione fiscale, costo del lavoro, affitti e concorrenza asimmetrica con player che operano con regole diverse. Serve cambiare verso, perché una rete distributiva accessibile, efficace e resiliente è un asset del Paese”.
Secondo Confesercenti, la rete commerciale e la ristorazione rappresentano un presidio strategico della filiera agroalimentare italiana: “È attraverso questi canali che il Made in Italy alimentare trova valore aggiunto, riconoscibilità e relazione con il cliente. L’export è importante, ma è il consumo interno – tra negozi e ristorazione – a sostenere la filiera”.
Da qui la necessità di un contesto favorevole allo sviluppo: “Tutelare la qualità dell’offerta significa rafforzare l’infrastruttura commerciale che la rende possibile”, ha dichiarato Gronchi. “Servono misure per sostenere gli investimenti in innovazione e logistica di prossimità, alleggerire carichi fiscali e burocratici, favorire il ricambio generazionale, e rafforzare i distretti del commercio come strumenti permanenti di governo territoriale”.
Focus mercati rionali: rilancio possibile con regole certe
Nell’intervento il Presidente Confesercenti ha dedicato attenzione anche ai mercati rionali, “che stanno attraversando una fase più complessa rispetto al resto della distribuzione. Il cambiamento delle abitudini di consumo ne ha ridotto progressivamente la centralità, mentre l’incertezza normativa sulla Bolkestein ha congelato per anni investimenti e sviluppo, bloccando ricambio generazionale e riqualificazione degli spazi”.
In questo quadro, una sinergia più stretta con i mercati all’ingrosso “è non solo auspicabile ma strategica: rafforza la filiera tra produzione locale e prossimità, garantisce freschezza e qualità ai cittadini e offre alle imprese agricole un canale stabile e coerente con le economie territoriali. Ma da sola non basta: per stabilizzare e rilanciare i mercati rionali – ha concluso Gronchi – servono politiche pubbliche chiare e continuative, in grado di dare certezze agli operatori e di incentivare innovazione, servizi e nuovi investimenti”.