Gli agenti di commercio: “Stanchi di aspettare il nuovo contratto di lavoro”

Sono migliaia gli operatori che attendono la firma degli “Accordi Economici Collettivi”: quelli dell’industria e del commercio sono scaduti già da tempo


Se fossero dipendenti di una sola azienda, sarebbe una grandissima azienda e un loro sciopero farebbe rumore: sono infatti 240 mila – di cui 20mila in Piemonte e 10mila a Torino e provincia – gli agenti di commercio che attendono da tempo il rinnovo dei contratti di categoria, che per loro si chiamano “Accordi economici collettivi” (Aec): quello del settore industriale è scaduto da oltre un anno e quello del settore commerciale addirittura nel 2013. Invece, si tratta di operatori singoli che con più difficoltà riescono a fare sentire la loro voce. Il loro ruolo, però, è essenziale per l’economia e “movimentano” il 70% del Pil.
Delle problematiche relative al rinnovo degli Aec e – più in generale – alla figura e al ruolo dell’agenti di commercio è dedicato il convegno/dibattito organizzato dalla Fiarc, l’associazione di categoria della Confesercenti, domani, venerdì 23 novembre, dalla 11 alle 13 nella propria sede in corso Principe Eugenio 7d. Per il programma completo cliccare sul seguente link:
https://www.confesercenti-to.it/wp-content/uploads/2018/11/clicca-qui.pdf
“Sarà l’occasione – dice Gisella Facta, presidente di Fiarc Torino – per fare il punto su una professione in rapida evoluzione, che deve confrontarsi con un mercato profondamente mutato: basti pensare al commercio elettronico, che sta sconvolgendo tutti parametri tradizionali. Proprio per questo è importante sottoscrivere al più presto nuovi Aec che garantiscano alla categoria un contesto di maggiore tranquillità lavorativa e prevedano nuovi strumenti e nuove garanzie adeguati alle molte novità che caratterizzano la nostra professione”.
Ecco di seguito i “numeri” più significativi del settore.

GLI OPERATORI
Dal 2011 diminuisce il numero degli agenti di commercio. A livello locale sono circa 10.000 a Torino a provincia e circa 20.000 in Piemonte; quasi 240.000 in Italia: si tratta di numeri in calo, con una flessione nazionale del 4,39% fra il 2011 e il 2017, ma più accentuata a Torino e provincia (raggiunge il -7,8%). L’unico dato in controtendenza riguarda la crescita (di 4708 unità a livello nazionale, ma il fenomeno è anche locale: + 207 a Torino e provincia) delle società di capitale: il che dimostra l’intenzione della parte più dinamica della categoria di rafforzare dal punto di vista patrimoniale e organizzativo la propria attività.

IL REDDITO
In termini percentuali tra il 2007 e il 2014 – l’anno peggiore della curva – e tra il 2014 e il 2017 si hanno, rispettivamente: una perdita del 14,53% a valori correnti e un incremento del 3,17%
sempre a valori correnti. Il reddito lordo medio di un agente si attesta fra i 40mila e i 50mila euro: una condizione questa che riguarda l’80% dei soggetti, a esclusione quindi delle “punte” verso l’alto e verso il basso. Di questa cifra rimane in tasca all’agente meno della metà, perché il resto (circa il 50/55% a seconda dei casi) è rappresentato da oneri fiscali, previdenziali e da altri costi minori.

I SETTORI
Particolarmente colpiti l’abbigliamento, i macchinari industriali, l’edilizia, la pubblicità, l’hi-fi professionale, il settore finanziario (meno mutui e prestiti alle famiglie, meno finanziamenti alle imprese). A questo, si aggiunga un aumento dei costi di quasi il 10% (precisamente 9,53%), soprattutto dovuto all’aumento dei carburanti, essenziali per una professione che ha l’auto come elemento imprescindibile.

AUMENTA LA PRECARIZZAZIONE
Un altro aspetto della precarizzazione della professione riguarda i contratti, la cui durata media sta diminuendo sensibilmente: nel passato un agente poteva ragionevolmente immaginare di avere con la propria azienda (almeno la principale, nel caso fosse plurimandatario) una rapporto che durava, se non tutta la vita, anche venti o trent’anni. Il che rappresentava oltre che la sicurezza economica, anche la possibilità di consolidare la propria posizione professionale. Ora questo succede sempre di meno: in un certo senso la precarizzazione del mondo del lavoro tocca anche gli agenti di commercio”. I dati degli ultimi anni dimostrano come oltre il 60% degli attuali contratti non superi i 5 anni e, per coloro che hanno iniziato da poco l’attività, il turn-over aumenti ancora.

L’ETÀ
La categoria, inoltre, sta invecchiando: l’età media è di 45 anni per gli uomini e di 43 per le donne (che rappresentano circa il 10% del totale degli agenti).

DATI STATATISTICI

Agenti in attività Torino e provincia: 10.147 (-7,8 su 2011) – 20mila in Piemonte Italia: 232.306 (-4,39% su 2011)
Sesso:  90% uomini, 10% donne
Età media:  45 anni gli uomini, 43 le donne
Compenso medio:  40/50mila euro (per circa l’80% delle categoria)
Pressione fiscale/contributiva:  50/55% sul totale del reddito
Aumento dei costi:  9,53%
Percentuale del Pil intermediata dagli agenti di commercio:  70%

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