P.A, Cnel: “Welfare non soddisfa italiani, pronti a pagare di più”

Sotto il livello di soddisfazione pronto soccorso, pensioni ed asili

I servizi di welfare in generale non soddisfano gli italiani, che sarebbero disposti a pagare di più per avere prestazioni migliori. Questo, in sintesi, il risultato dell’indagine svolta dal Cnel e contenuta nella Relazione annuale al Parlamento e al Governo sui livelli e la qualità dei servizi erogati dalle p.a. centrali e locali alle imprese e ai cittadini. Sotto il livello di soddisfazione Pronto soccorso, medicina territoriale, pensioni, invalidità civile, segretariato sociale, servizi per l’infanzia e assistenza domiciliare.

Nell’ambito della corposa relazione, che riporta molti dati da varie organizzazioni italiane e internazionali, dall’Ocse alla Banca mondiale, da Eurostat all’Istat, il Cnel riferisce dei risultati della ‘Rilevazione di customer satisfaction’ condotta nel periodo marzo/giugno 2014 in Lombardia, Lazio e Campania e “rivolta alle organizzazioni rappresentative degli interessi collettivi”, e quindi non direttamente agli utenti finali ma a soggetti ai quali è riconosciuta la rappresentanza.

Entrando nel dettaglio, i servizi valutati riguardano la sanità (pronto soccorso e medicina territoriale), previdenza (pensioni e invalidità civile), assistenza (segretariato sociale e servizi per l’infanzia), assistenza domiciliare integrata, istruzione (offerta formativa e colloqui con le famiglie), fisco(dichiarazioni dei redditi e funzionamento uffici territoriali), sportelli unici, pagamenti alle imprese, servizi alle imprese (incentivi alla ricerca, servizi finanziari forniti da Sace e Simest e servizi reali alle imprese forniti da Ice e Camere di commercio). Ebbene, i settori dove le cose vanno peggio sono proprio quelli rivolti ai cittadini e con i quali gli italiani hanno spesso a che fare. E così emerge che, considerato 2,5 il livello minimo di soddisfazione, il pronto soccorso si ferma a 2,16, con particolare criticità relativa ai tempi di attesa (1,76); i servizi di medicina territoriale a 2,31 e anche qui i tempi di attesa sono decisivi; i servizi pensioni a 2,34, con i tempi di attesa allo sportello a 1,87 ma con un alto livello di professionalità riscontrata (2,87). Per quanto riguarda i servizi all’infanzia, che sfiorano la sufficienza con 2,49, sorprendente è il dato relativo alla disponibilità all’ascolto, che in un contesto del genere dovrebbe essere tenuto nella massima considerazione e che invece si ferma a 2,36.
In generale, le cose vanno un po’ meglio per i servizi alle imprese. Quanto alla disponibilità a pagare, il primato spetta ai servizi per l’offerta formativa, ma gli italiani sono disponibili ad aprire il portafoglio anche per avere servizi migliori in fatto di sanità e previdenza.

 

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