Criminalità, Confesercenti Toscana: “è allarme infiltrazioni? In realtà è ormai radicamento mafioso”

Vivoli: “Necessario un protocollo del commercio per l’economia sana”

“La Toscana si appresta a diventare terra di mafia e criminalità diffusa. Sono diverse le inchieste giudiziarie che dimostrano come la malavita utilizza quella che un tempo era l’economia sana per lavare i soldi sporchi”. E’ quanto afferma Massimo Vivoli presidente Confesercenti Toscana in merito a quanto emerso dalla conferenza che si è svolta in prefettura a Firenze. “Fino ad oggi, il ruolo di forze dell’ordine e magistratura è stato ineccepibile, purtroppo però, i mafiosi sono riusciti a insinuarsi anche nel commercio, nell’acquisizione di alberghi, ristoranti, appartamenti. La presenza ben strutturata di individui legati a famiglie malavitose non lascia ben sperare, il connubio tra malavita italiana e straniera permettono di spartirsi affari senza fare rumore, senza coppole e lupare.-continua Vivoli-  La Toscana, così come l’Emilia Romagna, ad oggi sono considerate le nuove frontiere delle organizzazioni mafiose in Italia. Regioni, dove il benessere non ha mai permesso di fare crescere organizzazioni mafiose, come nei territori che tradizionalmente si sono ritrovati ad avere a che fare con le mafie. Oggi, purtroppo la realtà è diversa, e la Toscana così come l’Emilia, ospitano un invisibile radicamento mafioso, un mondo criminale che si presenta con il volto pulito delle società di comodo create ad hoc, fino a inquinare l’economia sana e fare concorrenza sleale. Per questa ragione- conclude il presidente- Confesercenti ritiene necessario che anche i commercianti, gli imprenditori, insieme alla cittadinanza riescano a tirare fuori quegli anticorpi che permettono di ridare slancio all’economia legale. Crediamo che, oltre al protocollo dei sindaci, lanciato nei giorni scorsi, venga effettuato un protocollo del commercio a tutela della legalità e per un’economia sana”.

 

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