Modena: occupazione in lieve risalita nelle piccole attività commerciali; resta calo tra i pubblici esercizi

Monitorate oltre 1.300 MPMI modenesi. In consolidamento il segno più nel settore ingrosso.

disoccupazione_645Occupazione: situazione ancora in chiaro scuro nel terziario modenese. Mentre tra le MPMI del commercio si registra una flebile boccata d’ossigeno, tra i pubblici esercizi la situazione continua ad essere negativa.

A rilevarlo, l’Osservatorio Economico di Confesercenti Modena che ha messo sotto la lente nell’ultimo trimestre del 2015, l’andamento occupazionale di oltre 1.300. +0.9%, il saldo tra assunzioni e licenziamenti nelle piccole attività commerciali, caratterizzate quindi da un lievissimo incremento. Flettono invece gli occupati nel settore dei pubblici esercizi: -9,5%.

“Dati – fa notare Confesercenti Modena – che rappresentano in modo nitido quanto la ripresa sia ancora debole e tutt’altro che consolidata, in un contesto in cui tutte le previsioni al momento, risultano ancora molto incerte sul breve e medio periodo. In questa situazione quindi, non deve stupire che, nonostante i forti incentivi previsti dalla Legge di Stabilità 2015, si registri un saldo negativo tra cessazioni ed attivazioni di contratti a tempo indeterminato, mentre è positivo per quelli a tempo determinato.”

I settori in esame

Turismo e pubblici esercizi. E’ l’ambito che più degli altri evidenzia il calo degli occupati: -9,5% il saldo tra nuovi assunti e fine rapporto. Emerge nel settore l’amplificarsi, del passaggio dai contratti a chiamata ai vaucher, strumenti meno burocratizzati e più flessibili, che si adattano meglio alla sempre più marcata variabilità dei picchi lavorativi e contestualmente alle aspettative incerte sull’andamento dei mesi futuri.

Vendita al minuto di prodotti extra alimentari. Anche qui l’occupazione flette: -6,0% il saldo tra assunzioni e licenziamenti nel III trimestre 2015. Dato, su cui influisce da diversi anni il calo dei ricavi delle imprese. La forte incertezza sugli sviluppi della domanda nei prossimi mesi blocca al momento nel settore, la possibilità di un recupero occupazionale.

Commercio all’ingrosso. È questo il comparto in cui si registra una ripresa degli occupati, +1,4%, che consolida i dati positivi dei precedenti trimestri. Si nota una dinamica più sostenuta in quelle realtà che si rivolgono al manifatturiero, segnatamente ai settori con maggiore vocazione all’export.

Vendita al minuto di prodotti alimentari. E’ il settore che mostra l’incremento più consistente nell’ultimo trimestre dell’anno: +9,2%  il saldo tra nuovi rapporti di lavoro e dismissioni. Le ragioni di un dato così positivo, dopo diversi trimestri di calo, sono da ricercare nella ripresa degli affari tra le attività del piccolo dettaglio alimentare, attesa ed effettivamente verificatasi nel periodo natalizio. Resta da verificare se questa ripresa si consoliderà nel corso del 2016.

“Questi dati evidenziano – afferma Confesercenti Modena – quanto sia necessario sostenere con maggiori risorse, la capacità di ripresa delle piccole e piccolissime imprese. Anche al fine, di rilanciare l’occupazione nel settore, data l’importanza della forza lavoro nelle MPMI che statisticamente registrano un’intensità occupazionale maggiore, rispetto alle medie e grandi. Considerando anche che la Legge di Stabilità 2016 ha riproposto gli sgravi contributivi per le nuove assunzioni a tempo indeterminato solamente in misura parziale non si può più prescindere dunque, da politiche che possano permettere alle piccole e medie imprese di contribuire ad un consolidamento della ripresa. L’accesso al credito è sicuramente tra queste. La ripresa della concessione di prestiti è l’elemento chiave che può favorire nuovi investimenti e quindi creazione di nuovi posti di lavoro. E non si potrà prescindere dal mettere al centro degli investimenti le politiche attive per il lavoro, a partire dalla formazione. Riteniamo occorra inoltre una revisione del sistema pensionistico che favorisca una maggiore flessibilità in uscita con la creazione di incentivi per la cosiddetta ‘staffetta generazionale’ capace di stimolare un incremento dell’occupazione giovanile”, conclude l’Associazione imprenditoriale.

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