Ocse: Italia 17esima per costo lavoro, salari tassati al 31%

Cuneo fiscale nella penisola a 47,8%, 12 punti sopra la media 


“Il costo del lavoro in Italia è di oltre 52 mila euro per ogni singolo lavoratore, sopra la media dell’area Ocse (oltre 47 mila euro), al diciassettesimo posto tra i paesi più avanzati”.

E’ quanto si legge nel rapporto ‘Taxing Wages‘, dal quale trapela anche che in Italia il salario medio lordo è di poco meno di 40 mila euro, al di sotto di quello medio Ocse che supera i 40 mila euro. Inoltre i salari lordi italiani sono tassati del 31,1% contro il 25,5% della media Ocse.

“Più nel dettaglio – spiega il rapporto – il costo del lavoro in Italia nel 2016 si attesta a 52.567 euro l’anno per ogni lavoratore single senza figli, considerando le tasse sul reddito e i contributi delle imprese e dei lavoratori. Si tratta del diciassettesimo costo del lavoro più alto tra i 34 paesi dell’area Ocse. Inoltre in Italia il peso maggiore del costo del lavoro è sulle spalle delle imprese, i cui contributi rappresentano il 24,2% del totale, mentre i contributi dei lavoratori pesano per il 7,2% e la tassazione sul reddito per il 16,4%”.

“Tra i Paesi Ocse quello che ha il costo del lavoro più alto è il Belgio con 70.816 euro, seguito dalla Svizzera con 70.365 euro, dalla Germania con 69.652 euro e dal Lussemburgo con 69.466 euro. La Francia è ottava con 61.725 euro, la Gran Bretagna tredicesima con 55.508 euro, il Giappone quattordicesimo con 54.726 euro e gli Usa sedicesimi, subito prima dell’Italia, con 53.852 euro. All’ultimo posto c’è il Messico con 13.840 euro. Tra i paesi dell’Ocse solo in Francia, nella Repubblica Ceca ed in Estonia le imprese pagano in percentuale più dell’Italia, con quote rispettivamente del 26,8%, del 25,4% e del 25,3%. Il Paese in cui la tassazione sul reddito pesa di più è invece la Danimarca (35,9%), mentre la Germania è il secondo tra quelli in cui pesano di più i contributi dei lavoratori (17,3%), dietro alla Slovenia (19%)”.

L’Ocse calcola anche il salario medio lordo, che in Italia “è di 39.851 euro l’anno per ogni lavoratore single senza figli, tenendo conto sia delle tasse sul reddito, sia dei contributi sociali dei singoli addetti. Si tratta del diciannovesimo salario lordo più alto tra i 34 paesi Ocse. Su questo salario lordo la tassazione in Italia è del 31,1%, di cui il 21,6% è legata alla tassazione sul reddito e il 9,5% ai contributi sociali pagati dai lavoratori. Il paese che ha il salario lordo più alto è la Svizzera con 66.235 euro, seguita dal Lussemburgo (62.890 euro), dal’Olanda (60.075 euro) e dalla Germania (58.375 euro). I paesi più tartassati sono il Belgio e la Germania, in cui tasse sul reddito e contributi pagati dai lavoratori pesano rispettivamente del 40,7% e del 39,7%, mentre quelli in cui il peso di tasse e contributi è pari al 31%, oltre a Italia, Germania e Belgio, sono Lussemburgo (31%), Danimarca (36,2%), Austria (31,9%), Slovenia (33,4%) e Ungheria (33,5%)”.

Nel rapporto ‘Taxing Wages’ si legge anche come le “tasse sul lavoro siano sostanzialmente ferme  in Italia tra il 2015 e il 2016, dove il cuneo fiscale, pur scendendo al 47,8%, resta di quasi 12 punti sopra la media Ocse del 36%. Il nostro Paese si colloca al quinto posto, dietro Belgio, Germania, Ungheria e Francia.  Più nel dettaglio, il cuneo fiscale in Italia è sceso solo dello 0,08% tra il 2015 e il 2016, attestandosi al 47,8% per un lavoratore medio single senza figli. Si tratta del quinto cuneo fiscale più alto tra i 34 paesi dell’area Ocse, dopo il Belgio (54%, -1,32%), la Germania (49,4%, +0,05%), l’Ungheria (48,2%, -0,78%), e la Francia (48,1%, -0,34). In fondo alla classifica troviamo il Cile, con un cuneo fiscale invariato al 7%. La media dell’area Ocse è poco mossa, in calo
dello 0,07%, al 36%”.

Il rapporto Ocse indaga anche quanto pesano le tasse sulle famiglie. “Nel caso di una famiglia con due figli il cuneo fiscale nel nostro Paese lo scorso anno scende dello 0,1% e si attesta al 38,6%, dietro la Francia (40%, -0,47%) e la Finlandia (39,2%, +0,3%). All’ultimo posto c’è la Nuova Zelanda al 6,2%. La media Ocse arretra dello 0,08% al 26,6%”.

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