Bankitalia: crescita si rafforza, Pil +1,3% nel 2017

Per il vice direttore generale Panetta il problema dei crediti deteriorati è vicino ad una soluzione

“Dopo l’Fmi, anche la Banca d’Italia alza le stime sul Pil italiano e prevede che la crescita in media d’anno potrebbe attestarsi all’1,3% nel 2017″. La cifra è stata fornita dal vice direttore generale di Palazzo Koch, Fabio Panetta, secondo cui “la ripresa in atto da oltre due anni si sta rafforzando”.

L’alto dirigente di via Nazionale, intervenendo a un convegno dell’Abi su Unione bancaria e Basilea 3, ha sottolineato che “le prospettive dell’economia italiana sono favorevoli. Nelle previsioni pubblicate la scorsa settimana, ha aggiunto, valutavamo che il Pil potesse espandersi dell’1,0 per cento nell’anno in corso e dell’1,2 nei due successivi. I dati di contabilità nazionale diffusi nei giorni scorsi, non inclusi in quelle previsioni, comportano una più alta crescita acquisita alla fine del primo trimestre che innalzerebbe l’aumento del Pil all’1,3 per cento nella media del 2017. Il divario rispetto alle altre economie dell’area continuerebbe ad assottigliarsi”.

Secondo Panetta, “la crescita nell’area dell’euro si va consolidando, sostenuta dall’orientamento accomodante della politica monetaria e dalla dinamica degli scambi internazionali”.

Quanto all’economia italiana, in base ai “dati appena diffusi dall’Istat, nel primo trimestre di quest’anno il Pil è aumentato dello 0,4 per cento, sulla spinta dei consumi delle famiglie e delle scorte delle imprese. Gli investimenti, in netta accelerazione dall’inizio del 2016, mostrano un rallentamento che dovrebbe essere temporaneo: secondo le nostre indagini le imprese espanderebbero anche nel 2017 la capacità produttiva. Dopo il forte aumento alla fine dello scorso anno le esportazioni continuano a crescere, in parallelo con il commercio mondiale”.

Per il vice direttore di Bankitalia, “i positivi andamenti emersi di recente sono in parte inattesi e andranno analizzati con attenzione” e, dunque, “occorrerà attenderne la conferma nei mesi a venire. Essi – ha sottolineato – sono tuttavia coerenti con il miglioramento del mercato del lavoro. Sebbene l’eccesso di offerta di lavoro comprima la dinamica salariale, il numero di occupati continua ad aumentare, con una accelerazione in aprile. Ciò malgrado siano venuti meno gli incentivi alle assunzioni a tempo indeterminato”.

Anche l’inflazione sta risalendo, “ma il suo andamento di fondo – ha osservato Panetta – rimane debole. Analoghi sviluppi si osservano nell’area dell’euro. Benché i rischi di deflazione si siano ridimensionati, non emergono pressioni sulla dinamica dei prezzi tali da sostenersi autonomamente nel medio periodo e da giustificare una revisione nell’impostazione della politica monetaria”.

“Il problema dei crediti deteriorati è avviato a soluzione; ma come è accaduto in passato, il suo superamento richiederà tempo – ha detto il vice direttore generale della Banca d’Italia. Le
banche devono nondimeno affrontarlo con decisione, adottando politiche prudenti in materia di accantonamenti e migliorando la gestione interna, anche delle esposizioni con un grado di deterioramento inferiore rispetto alle sofferenze”.

Panetta ha esortato gli istituti di credito a “valutare l’opportunità di mantenere in bilancio le posizioni deteriorate sulla base delle effettive prospettive di recupero. Rilevanti e rapide cessioni
di crediti deteriorati possono essere la soluzione solo qualora sia a rischio la stabilità della banca. Vanno evitate politiche generalizzate di vendita, che condurrebbero di fatto a un indesiderabile trasferimento di risorse a danno delle banche italiane e in favore dei pochi investitori specializzati, in larga misura di origine estera, che operano in regime di oligopolio sul mercato dei crediti deteriorati. Politiche di questa natura intaccherebbero il capitale delle banche in una fase in cui l’emissione di capitale di rischio è  ancora difficoltosa”.

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