Commercio: Confesercenti, consumi restano deboli, crescono solo online

Non si ferma la crisi dei negozi, da inizio anno persi 300 milioni di euro di vendite

I segnali che arrivano dall’economia non inducono, purtroppo, all’ottimismo: i consumi restano deboli, trainati dall’online, mentre non accenna a frenare la crisi dei negozi, che da inizio anno hanno perso circa 300 milioni di vendite.

Così Confesercenti commenta i dati sulle vendite del commercio al dettaglio diffusi oggi da Istat.

La leggera ripresa mensile registrata a settembre dal commercio nel suo complesso rimane infatti sotto il punto percentuale (+0,7% in valore), continuando a segnalare un andamento dei consumi ancora sostanzialmente piatto. E a trainare è essenzialmente il commercio elettronico, che continua a viaggiare a ritmi molto elevati, con un incremento del 26,3% sul settembre 2018, il dato più alto degli ultimi due anni.

Non si ferma, invece, la crisi dei negozi: le piccole superfici continuano infatti ad accumulare variazioni negative (-0,4% rispetto a settembre 2018) e questa tendenza, probabilmente, proseguirà fino alla fine dell’anno, essendo negativa anche la variazione delle vendite tra gennaio e settembre (-0,5%).

Il 2019 si avvia dunque a chiudersi in rosso per i negozi, segnando il quarto anno consecutivo di crisi per le piccole attività del commercio, le cui difficoltà appaiono ormai essere strutturali. C’è bisogno di un piano urgente per fronteggiarle; per questo ribadiamo al Governo la nostra richiesta, già avanzata nella nostra Assemblea annuale, di aprire un tavolo per il rilancio del settore.

I negozi di vicinato hanno bisogno di politiche attive, che ne riconoscano il ruolo sociale e che favoriscano la modernizzazione della distribuzione italiana, ma anche di un più serio contrasto alla concorrenza sleale del web, a partire dal livellamento delle disparità fiscali attualmente esistenti tra chi opera online e le attività commerciali su strada. Di certo, quello di cui i negozi non hanno bisogno sono ulteriori sanzioni o spese obbligate, dal Pos alla Lotteria degli scontrini: aggravi che rischiano di far precipitare la situazione, già difficile, del commercio urbano.

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