Confesercenti E.R.: Alberghi e città d’arte in maggiore affanno

Filippo Donati: “Occorrono sostegni per categorie in difficoltà e rinvio obblighi fiscali”

Il settore turistico è certamente uno dei più colpiti a causa del Coronavirus, e nonostante gli operatori si siano attrezzati immediatamente per garantire la sicurezza per i propri clienti, circola molta preoccupazione per l’esito della stagione estiva.

Secondo i dati di uno studio commissionato dalla Regione all’Osservatorio turistico di Unioncamere, l’impatto di Covid-19 sull’industria turistica emiliano-romagnola nel periodo marzo-agosto può essere calcolato in una perdita di 19,2 milioni di presenze (-42%) e in una riduzione del giro d’affari di 1.180 milioni di euro nella migliore delle ipotesi. Numeri che potrebbero salire a 28 milioni di presenze in meno (-62%) e una perdita di 1.800 milioni di euro in quello peggiore.

Nel settore della ricettività, il danno è stimato in una riduzione dei ricavi per le aziende alberghiere del 55%, pari a 1 miliardo di euro di minori entrate, e del 42% per la ristorazione, equivalente a 3,8 miliardi. Se poi si considera il Valore aggiunto, quindi la ricchezza prodotta in termini di Pil il calo oscilla fra il -12,43% e il -18,45% per il ricettivo e il – 12% e il -15,5% per la ristorazione.

Per Filippo Donati, presidente di Assoturismo-Confesercenti E.R.: “dall’apertura delle attività dopo il lockdown, il dato più evidente è che l’offerta del settore non è in grado di soddisfare la domanda a causa della normativa per il distanziamento fra persone; ciò rende difficile per un imprenditore rientrare delle spese effettive, tant’è che molte attività hanno deciso di non riaprire.

A soffrire di più in questo momento sono le città d’arte e gli alberghi: la domanda per gli alberghi è ancora timida, gli italiani si stanno informando per l’ultima metà di giugno e dall’estero arrivano più richieste di informazioni per luglio. Quindi, il mese di giugno è da ritenersi perso.

Siamo in attesa di vedere cosa succederà da adesso in poi con la riapertura dei confini tra regioni.

Quello che ora ci aspettiamo è un’azione reale per tutte quelle categorie escluse dal sostegno economico del Governo come le guide turistiche, i bus-operator e quelli della ricettività.

Inoltre, è necessario ritardare gli obblighi fiscali che facilmente a settembre non potranno essere onorati: non basta aprire un’attività, bisogna capire che il nostro settore sta resistendo per sopravvivere”.

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