Def, il Senato approva la risoluzione di maggioranza

L'Aula del Senato approva il Dl cultura che diventa legge

Il testo è stato approvato a Palazzo Madama con 221 voti espressi a favore, 40 contrari e una singolo astensione

 

Via libera del Parlamento alla risoluzione di maggioranza sul Def, il Documento di Economia e Finanza. Dopo il sì dell’aula di Montecitorio, con 412 voti a favore, e 55 contrari, è arrivata l’approvazione anche al Senato, con 221 voti a favore, 40 contrari e un astenuto.

“Il governo dovrà valutare l’ipotesi di scostamento di bilancio se lo scenario economico dovesse peggiorare” si legge nella risoluzione della maggioranza dopo il confronto tra i partiti e il governo. L’esecutivo, si legge nella bozza all’esame dell’Aula della Camera, si impegna a “monitorare, in tempo reale, l’andamento della situazione macroeconomica e dei principali indicatori congiunturali al fine di valutare, qualora si verifichi un peggioramento dello scenario economico conseguente al perdurare degli effetti negativi, l’applicazione di quanto previsto dalla legge 24 dicembre 2012, n. 243, al fine di prevedere interventi di sostegno, del tutto simili a quelli messi in campo durante l’emergenza pandemica, per le famiglie, i lavoratori e per quella parte del comparto produttivo particolarmente colpita dalle conseguenze della crisi in Ucraina”.

Nel testo si legge anche che il governo dovrà destinare risorse e varare nuove misure per contrastare l’esplosione dei costi dell’energia e “utilizzare gli spazi derivanti dalla manovra per nuove iniziative espansive disponendo ulteriori interventi per contenere l’aumento dei prezzi dell’energia nonché mediante la revisione del sistema dei prezzi di riferimento e dei carburanti, assicurando altresì la necessaria liquidità alle imprese mediante la concessione di garanzie anche alla luce della nuova comunicazione della Commissione n. 2022/C 131 I/01 sul nuovo quadro contemporaneo degli aiuti di Stato nonché ai settori maggiormente colpiti dalle attuali emergenze” e a “prevedere, in favore degli enti territoriali, risorse dirette a contenere l’aumento dei prezzi dell’energia anche mediante l’utilizzo di flessibilità di bilancio”. Inoltre, l’esecutivo si impegna a “proseguire, in uno spirito di collaborazione con il Parlamento, nell’iter dei disegni di legge indicati nel Def 2022, attribuendo priorità a quelli contenenti riforme abilitanti per il Pnrr”. Sempre sul fronte del caro-energia, si obbliga il governo a “adeguare i fondi destinati alla realizzazione di investimenti pubblici alla dinamica imprevista dei costi dell’energia e delle materie prime sia per i lavori in corso di esecuzione che per quelli di prossimo affidamento prioritariamente con riferimento ai progetti individuati nel Pnrr”.

Ancora, il governo dovrà “prorogare il termine” che obbliga le villette unifamiliari a effettuare il 30% dei lavori entro giugno per poter usufruire del Superbonus del 110%. L’esecutivo, si legge nella risoluzione di maggioranza, si impegna a “prorogare il termine attualmente previsto dal comma 28, lett. e), dell’articolo 1, della legge di bilancio 2022 per le abitazioni unifamiliari, specificando che la percentuale del 30% dell’intervento complessivo sia riferito al complesso dei lavori e non ai singoli lavori oggetto dell’intervento, valutando la possibilità di prevedere, da parte delle banche, il frazionamento del credito, qualora esso sia ceduto ai propri correntisti, anche in maniera frazionata per importo e annualità”. Nel testo si legge anche che il governo valuterà la “possibilità di cessione dei crediti di cui all’articolo 121 del decreto rilancio a soggetti diversi da banche, istituti finanziari e assicurazioni consentendo la cessione non solo ad esaurimento del numero delle possibili cessioni attualmente previste, ma anche prima”.

 

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