8 marzo. Assofioristi, continua a crescere l’abusivismo: nel 2016 venduti 3,6 milioni di mazzi di mimose, ma uno su tre è irregolare

mimose_abusiveI fioristi italiani: un danno per imprese e per Erario, ieri persi 1,5 milioni di euro di gettito

La tradizione della mimosa resiste, ma cresce il numero di venditori ‘abusivi’. Tanto che nel 2016, a fronte di circa 3,6 milioni di mazzi di mimose venduti, uno su tre è stato acquistato da un operatore irregolare o abusivo. Un danno per le imprese regolari, che ne devono sopportare la concorrenza sleale. Ma anche per l’Erario, visto che nella sola giornata di ieri le mimose abusive hanno generato un fatturato di circa 3 milioni di euro, sottraendo allo Stato quasi 1,5 milioni di gettito fiscale.
A stimarlo è Assofioristi Confesercenti, sulla base di un Sondaggio condotto su un campione di fioristi italiani. Da cui emerge un andamento stabile delle vendite: al netto della quota abusiva, infatti, nella giornata dell’8 marzo 2016 i fioristi italiani hanno piazzato circa 200.000 chilogrammi di mimose regolari, pari a quasi 2,4 milioni di mazzi, per un giro d’affari complessivo di circa 7 milioni di euro. Un livello simile a quello dello scorso anno.
Se le vendite ‘legali’ rimangono stabili, cresce invece l’incidenza e la diffusione dell’abusivismo sul settore. Gli operatori contattati da Assofioristi segnalano infatti che, rispetto al 2015, quest’anno si è assistito ad un rapido aumento degli irregolari, soprattutto nelle grandi metropoli. “Il fenomeno dell’abusivismo è una piaga che colpisce il settore tutto l’anno – spiega il Presidente di Assofioristi Mario Selicato – ma che in occasione di ricorrenze come queste raggiunge proporzioni inquietanti. Come torna puntuale la Festa della Donna, così tornano infatti  gli immancabili venditori abusivi di mimosa, che fanno concorrenza sleale ai fiorai che svolgono la propria attività lecitamente.  Abusivi che fermano macchine e passanti vendendo mimose, rose e bouquet vari di dubbia provenienza”.
“Il danno per le imprese del settore è evidente. Il lavoro delle attività del nostro comparto, ormai, è sempre più legato a celebrazioni e feste come l’8 marzo e San Valentino, due eventi che da soli valgono circa il 10-15% del fatturato complessivo del settore. Ecco perché chiediamo allo Stato e alle Amministrazioni locali un impegno extra contro il fenomeno: servono più controlli per fermare il dilagare dell’abusivismo, soprattutto in questi periodi di importanza cruciale per i nostri operatori, o gli irregolari ci metteranno in ginocchio”.

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