Aereo Sinai: Assoviaggi, problemi turismo non solo recenti

L’intervento di Vincenzo Schiavo ai microfoni dell’Ansa:  un tempo meta da 800 mila italiani, quest’anno solo 80 mila

Il turismo egiziano barcolla dopo la tragedia dell’aereo del Sinai, ma i problemi della destinazione non sono recenti e non sono legati ai soli ultimi fatti. A dirlo è Vincenzo Schiavo, vice presidente Assoviaggi Confesercenti, l’associazione di categoria che riunisce le agenzie di viaggio, attraverso cui passa il 25%-30% del turismo ‘outgoing’ italiano. “Basta guardare – dice all’ANSA – qualche numero per avere il polso della situazione: un tempo dall’Italia partivano tra gli 800 e 900 mila visitatori l’anno per l’Egitto: quest’anno saranno solo 80 mila. Dalla Germania ne arrivavano circa 1,5 milioni, ormai ridotti a più o meno 60 mila. Sul turismo egiziano gli effetti sono stati inevitabili, e sono sempre di più le imprese locali in grande difficoltà: dopotutto, è difficile mantenere un albergo di 500 camere se non riesci a riempirne il 10%”.

Secondo Schiavo il problema turistico egiziano non è solo interno, ma si riverbera anche all’esterno. “In seguito alla crisi egiziana – sottolinea – sono fallite agenzie di viaggio e tour operator in tutto il mondo, soprattutto in Europa. Nel nostro continente hanno pagato il conto anche molte compagnie aeree, che lavoravano molto – o quasi esclusivamente – con l’Egitto”.

Schiavo parla anche delle disdette avute in questi giorni e anche in vista di Natale nelle agenzie: “Il fatto che la Farnesina non abbia emesso lo sconsiglio non vuol dire che le persone decidano di andare lo stesso in posti ritenuti poco sicuri”.

Per il futuro Schiavo rimane comunque ottimista: “Bisogna dire che l’Egitto ha lavorato con impegno ed efficacia sul turismo e ha quindi tutti i numeri per essere una meta protagonista. Pur rimanendo un Paese meraviglioso, però, per quanto riguarda le prospettive turistiche future tutto dipenderà dal fattore sicurezza. I turisti cercano serenità, non situazioni di tensione o, peggio ancora, di rischio”.

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