Annuario statistico Istat sul commercio estero: nel 2014 in Italia si registra una crescita del valore delle merci esportate

“Nel 2014 il commercio mondiale di beni, misurato in dollari ed espresso a prezzi correnti, risulta in contenuta crescita rispetto al 2013 (+0,6%). Questo risultato è la sintesi di una espansione dei volumi scambiati (+2,7%, in linea con l’incremento registrato per il 2013) e di una contrazione dei valori medi unitari (-2,0%). Più ampia è la crescita in valore dell’interscambio mondiale di servizi (+4,2%), mentre gli investimenti diretti esteri sono in forte flessione (-16,3%). In questo quadro internazionale, l’Italia registra una crescita del valore in euro delle merci esportate (+2,0%) e una diminuzione delle importazioni (-1,6%). Queste dinamiche determinano un ulteriore ampliamento dell’avanzo commerciale. Il miglioramento dell’attivo è di 13,7 miliardi rispetto al 2013, con un livello del saldo, pari a +42,9 miliardi di euro, che è il più elevato del decennio 2005-2014. Al netto dei prodotti energetici, nel 2014 l’avanzo raggiunge 86 miliardi. Nel 2014, la quota di mercato dell’Italia sulle esportazioni mondiali di merci, misurata in dollari, è pari al 2,85%, in leggero aumento rispetto al 2013 (2,80%)”.

Sono i dati che emergono dalla diciassettesima edizione dell’Annuario statistico “Commercio estero e attività internazionali delle imprese”, frutto della collaborazione fra l’Istat e l’Ice (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane).

“Nel 2014 sono aumentate sia le esportazioni nazionali di servizi (+3,5%) sia le importazioni (+4,7%). I flussi di investimenti diretti all’estero sono invece diminuiti del 10,0% rispetto al 2013. Germania e Francia si confermano nel 2014 i principali mercati di sbocco delle esportazioni nazionali, con quote pari, rispettivamente, al 12,6% e al 10,6%. Gli Stati Uniti si collocano al terzo posto tra i paesi partner, con una quota del 7,5%; seguono Regno Unito e Svizzera (rispettivamente 5,3% e 4,8%). Tra i principali Paesi, i mercati di sbocco più dinamici (incremento della quota sulle esportazioni nazionali superiore a 0,1 punti percentuali rispetto al 2013) sono quelli di Belgio (+0,4 punti percentuali), Polonia e Hong Kong (+0,2 punti percentuali), Croazia, Cina e Spagna (+0,1 punti percentuali). La quota dell’Italia sulle esportazioni mondiali è aumentata in alcune aree geografiche, in particolare nell’Ue28 (da 4,72 a 4,82%), negli Altri paesi africani (da 1,95 a 2,02%), in America settentrionale (da 1,51 a 1,58%), in Asia orientale (da 0,84 a 0,88%) e Asia centrale (da 1,05 a 1,07%)”.

“La provenienza territoriale delle vendite sui mercati esteri si conferma fortemente concentrata nelle regioni del Centro-Nord, da cui proviene l’88,6% delle esportazioni nazionali, mentre il Mezzogiorno attiva il 10,2% delle vendite sui mercati internazionali. Nel 2014, la quota della Lombardia sulle esportazioni nazionali è pari al 27,5%, quella del Veneto al 13,6%, quella dell’Emilia-Romagna al 13,3%, mentre la quota del Piemonte è al 10,7%. Nel 2014, 212.023 operatori economici hanno effettuato vendite di beni all’estero. La distribuzione degli operatori per valore delle vendite conferma la presenza di un’elevata fascia di “microesportatori”: 132.522 operatori presentano un ammontare di fatturato all’esportazione molto limitato (fino a 75 mila euro), con un contributo al valore complessivo delle esportazioni nazionali pari allo 0,5%. D’altra parte, 4.020 operatori appartengono alle classi di fatturato esportato superiori a 15 milioni di euro; questo segmento di imprese realizza oltre il 71,2% delle vendite complessive sui mercati esteri”.

“Per quanto riguarda i principali raggruppamenti di industrie nel 2014 si registra una riduzione del deficit nell’interscambio di prodotti energetici (-43,1 miliardi); rispetto al 2013 aumenta l’avanzo nell’interscambio di beni di consumo durevoli (+1,9 miliardi) e di beni strumentali (+1,8 miliardi)”.

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