Antitrust: Federnoleggio, segnalazione da valutare, ma giusto rimuovere vincoli per NCC

La segnalazione dell’Antitrust al Parlamento e al Governo su taxi ed NCC, in cui l’Authority propone una riforma complessiva, è una novità importante e da valutare. In attesa di dare un giudizio più strutturato dopo l’analisi definitiva del testo diramato dall’AGCM, condividiamo comunque la necessità di una revisione del settore, mirata a rimuovere i vincoli burocratici, territoriali ed operativi che ancora gravano sui trasporti pubblici non di linea in generale e sugli NCC in particolare.

Così Federnoleggio, la federazione di noleggio auto e autobus con conducente di Confesercenti, commenta l’intervento dell’Autorità garante concorrenza e mercato.

Attualmente per gli NCC ci sono limiti, imposti da una legge approvata nel 1992, che con il passare del tempo sono divenuti anacronistici. Un danno non solo per imprese e consumatori, ma per l’intera economia: in questo modo si imbriglia un settore dinamico, fatto di 60mila imprenditori che danno occupazione a circa 200mila persone.

Link al parere dell’Antitrust

 AUTORITA’ GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO

COMUNICATO STAMPA

 

SEGNALAZIONE A PARLAMENTO E GOVERNO PER RAPIDA RIFORMA SETTORE TAXI E NCC

Il settore dalla mobilità non di linea (taxi e ncc) è regolato da una legge ormai vecchia di 25 anni (legge n.21 del 15 gennaio 1992) e richiede una riforma complessiva. In questa ottica l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha inviato a Parlamento e Governo una segnalazione per sottolineare la necessità di mettere la normativa al passo con l’evoluzione del mercato.
L’Autorità ritiene che la strada da perseguire per la riforma del settore debba innanzitutto passare da un alleggerimento della regolazione esistente. A tal fine dovrebbe essere garantita una maggiore flessibilità operativa ai soggetti dotati di licenza taxi e al tempo stesso dovrebbero essere eliminate le disposizioni che limitano su base territoriale l’attività degli operatori NCC. Queste riforme garantirebbero una piena equiparazione dal lato dell’offerta tra gli operatori dotati di licenza taxi e quelli dotati di autorizzazione NCC e faciliterebbe lo sviluppo presso il pubblico di forme di servizio più innovative e benefiche per i consumatori (tipo Uber black e Mytaxi).
La riforma dovrebbe anche riguardare quella tipologia di servizi che attraverso piattaforme digitali mettono in connessione autisti non professionisti e domanda finale (come il servizio Uber Pop). Tale regolamentazione – tenuto conto dell’esigenza di contemperare la tutela della concorrenza con altri interessi meritevoli di tutela quali la sicurezza stradale e l’incolumità dei passeggeri – dovrebbe essere tuttavia la meno invasiva possibile, limitandosi a prevedere una registrazione delle piattaforme in un registro pubblico e l’individuazione di una serie di requisiti e obblighi per gli autisti e per le piattaforme, anche di natura fiscale.
È chiaro che queste misure determinerebbero una immediata estensione dell’offerta di servizi di mobilità non di linea a tutto vantaggio dei consumatori finali. La possibilità di successo di una tale riforma in senso pro-concorrenziale del settore è tuttavia legata all’adozione di misure idonee a limitare quanto più possibile l’impatto sociale dell’apertura del mercato. A beneficio dei tassisti in servizio al momento dell’entrata in vigore della nuova normativa, l’Autorità pertanto suggerisce alcune forme di compensazione che potrebbero essere finanziate tramite la costituzione di un Fondo finanziato dai nuovi operatori e dai maggiori introiti derivanti da possibili modifiche del regime fiscale.

Roma, 10 marzo 2017

 

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