Assoittici: prezzi del pesce fermi e corsa al rialzo dei costi energetici mettono le imprese del settore in difficoltà

“I prezzi dei prodotti ittici freschi sono fermi e, in alcuni casi, in leggera diminuzione”.  Il Presidente di Assoittici, Associazione degli operatori ittici al dettaglio di Confesercenti, Raffaele Viggiani, sottolinea il dato in controtendenza rispetto al generale andamento al rialzo dei prezzi, anche se evidenzia la riduzione dei margini operativi dovuta al rincaro dei costi energetici.

“La distribuzione dei prodotti ittici, sottolinea Viggiani, è una categoria merceologica tra le più energivore, sia nella fase della pesca che lungo la filiera, richiedendo la costante attivazione della catena del freddo, e dunque dell’energia elettrica, per la conservazione del prodotto fino al frigo di casa. I costi di energia elettrica si stima stiano incidendo sulla gestione della distribuzione ittica con aumenti sino al 172%. A questi vanno aggiunti quelli dei carburanti per la distribuzione su gomma che riguarda il 100% del prodotto. A fronte di questi aumenti, la buona notizia è che i prodotti ittici, offerti nelle pescherie, stanno avendo un andamento stabile da prima di Natale, sia quelli di pesca che quelli di allevamento ed è pertanto un buon momento per gli acquisti, in un comparto che conferma la sua attitudine ad essere in controtendenza. Questo si spiega con il fatto che l’80-90% dei prodotti sul banco delle pescherie non sono allevati, ma vengono dal mare e sono prodotti che non possono stare in giacenza e pertanto si registra anche qualche leggera contrazione dei prezzi. Ma questo incide sulle spese delle attività che vedono invece crescere i costi di gestione. Ecco perché anche il nostro settore deve essere ricompreso tra quelli in difficoltà.”

“Di fronte al  “caro energia”, è necessario un intervento del Governo, affinché alleggerisca la bolletta di tutti gli oneri di sistema che appaiono impropri rispetto al sistema energetico nazionale, in modo da contenere i costi che stanno gravando sulle attività di rivendita del settore alimentare in generale e di quello ittico nello specifico, particolarmente energivori, intervenendo con sgravi o ristori”.

La questione sarà posta nella riunione di Giunta della Fiesa Confesercenti per un intervento diretto sull’Esecutivo, in favore degli esercizi di vicinato alimentare che hanno garantito il servizio primario di rifornimento delle famiglie durante la lunghissima fase di lockdown.

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