Borse europee: si ampliano i ribassi su flessione banche. Per l’Italia si torna a parlare di bad bank

Continua il calo dei principali istituti bancari europei. Domani l’incontro Padoan-Vestager.

Borsa/*Borsa Milano -4,7% verso "capitulation day", ai minimi dei 2 anniSui listini delle Borse europee pesa la pressione delle vendite sul comparto dei bancari. A Francoforte Deutsche bank lascia sul terreno quasi il 5% e Commerz cede il 2,95%. Flessioni superiori al 3% a Parigi per Bnp Paribas, Credit Agricole e Societe Generale. Ribassi anche a Madrid con Santander in calo del 3,75%, Bbva cede oltre tre punti percentuali, Banco Popular in calo del 5% e Bankia del 4,20%. Anche a Milano i bancari sono maglia nera del listino con Bpm che tocca i minimi di seduta con un -7,50%, Banco Popolare e UniCredit lasciano sul terreno il 6%.

Intanto Roma e Bruxelles tornano a parlare di bad bank, il meccanismo che dovrebbe consentire agli istituti italiani di sgravare i  propri bilanci dal fardello di crediti deteriorati eredità della  crisi.  “Domani il Commissario europeo alla Concorrenza Margrethe Vestager incontrerà il ministro Pier Carlo Padoan” – ha detto un portavoce  della Commissione europea, oggi a Bruxelles.

“La questione al centro delle discussioni sulla bad bank – come  confermano fonti Ue – è il prezzo delle garanzie di Stato. Le autorità italiane stanno cercando una soluzione che sia esente da aiuti di stato”.  In base al prezzo che verrà fissato per le garanzie offerte alle banche si determinerà la quota di credito coperta da garanzia: una troppo alta farebbe scattare il semaforo rosso degli aiuti di Stato, mentre una troppo bassa non sosterrebbe abbastanza la valutazione dei prestiti, con il rischio di aumentare eventuali perdite sul bilancio delle banche.

In Italia “la quota di crediti in sofferenza nel settore bancario potrebbe rappresentare una fonte importante di rischio di passività potenziali a breve termine” – scrive la Commissione europea nel ‘Rapporto sulla sostenibilità fiscale 2015’,  pubblicato oggi. Per l’Esecutivo comunitario la dimensione del debito pubblico “è critica, mentre la struttura di finanziamento del debito pubblico, sia in termini di scadenza sia in termini di platea di creditori, non dà luogo a rischio di breve termine”.

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