Carburanti, Faib: rete in crisi. Chiusi 4mila impianti, 10mila senza contratto o precari

Pesa la fuga dei grandi marchi. Landi: lavoro degli operatori a rischio 

Il Rapporto Faib: crescono solo la zona grigia delle pompe bianche (+138% dal 2010 al 2017), illegalità e abusivismo. Sulla rete circolano carburanti di provenienza opaca

L’uscita progressiva dal mercato italiano dei grandi colossi petroliferi ha messo in crisi la rete italiana di distribuzione carburanti. A lanciare l’allarme è Martino Landi, presidente di Faib Confesercenti, la più grande associazione italiana di gestori carburanti, in occasione dell’assemblea organizzativa dell’associazione. “Negli ultimi sette anni – spiega Landi – hanno chiuso circa quattromila pompe colorate. E altri 10mila, quasi la metà della rete, sono già senza contratto  o precari, a causa della sistematica violazione delle leggi sull’affidamento degli impianti da parte di chi eredita le reti dei grandi marchi. Una situazione che ha dato vita ad una contrattazione tanto di fantasia quanto illegale, fino al caporalato petrolifero, come dimostra la sentenza contro Petrolifera Adriatica. Bisogna intervenire per riportare ordine nel settore: è a rischio il lavoro di oltre 10mila operatori”.

In occasione dell’assemblea, la Faib ha presentato il Rapporto 2018, che fotografa lo stato della rete di distribuzione carburanti in Italia. E che conferma il processo di disgregazione che ha subito il settore. A partire dalla fuga dei colossi. Tra il 2010 e 2017 i punti vendita colorati – cioè convenzionati con un marchio – sono passati da 21 mila a 16.667, con una riduzione del 21%; sono diminuiti in modo più drastico gli operatori indipendenti che espongono marchi delle compagnie petrolifere (-31% in dieci anni) ma anche gli impianti delle compagnie petrolifere stesse (-17% sempre in dieci anni). Si allarga, invece, la zona grigia delle pompe bianche: dal 2010 l’aumento è del 138%, e da 1.780 unità arrivano a oltre 4 mila. Il 41% dei punti vendita sono stazioni di servizio e anche se in valore assoluto si sono ridotte, il loro peso non è cambiato.

A cornice di questo quadro cresce anche l’allarme illegalità su tutta la rete, che ormai investe tutti i passaggi nodali della filiera. Dall’arrivo sulla rete di distribuzione di prodotti di provenienza opaca, fatta di triangolazioni nell’area mediterranea e dei Balcani, con conseguente elusione degli obblighi fiscali in evasione di accise ed iva, all’immissione di prodotti carburanti di qualità scadente, fino alla sistematizzazione dell’abuso del riscaldamento del prodotto soggetto a cali fisiologici, i cui costi vengono ribaltati sulla distribuzione finale. Inoltre, cresce la pressione della criminalità, che trova sulla rete carburanti crescenti motivi di attrazione dovuti alla massa monetaria circolante.

“Il caos della rete – insiste Landi – non può essere ignorato. Il Governo, dopo un primo intervento rapido e positivo sulla fatturazione elettronica, non ha più rivolto la sua attenzione al settore. E’ urgente cambiare direzione. Bisogna eliminare disparità e abusi prevedendo un costo di distribuzione o margine medio di settore. E chiaramente non si può pretendere legalità quando si pratica con regolarità la violazione normativa in materia di affidamento degli impianti. La legalità non è una margherita da sfogliare. Occorre anche smettere di oberare una categoria ultra-controllata di oneri e pesi amministrativi, come la fattura elettronica, che nulla aggiungono alla lotta all’evasione. Piuttosto andrebbero rafforzate le misure di sorveglianza in fase di ingresso dei prodotti petroliferi nel paese. La nostra proposta rimane quella di rendere coerente con i margini del settore i costi delle transazioni elettroniche accollando a ciascuno, Stato, compagnie e gestori, in quota parte, il costo dei pagamenti elettronici che presumibilmente aumenteranno con l’introduzione della fattura elettronica e con la maggiore propensione dei consumatori ad utilizzare strumenti innovativi di pagamento.

“Per il rilancio della rete – continua Landi – è auspicabile che i propositi di taglio alle accise manifestati dal Governo si realizzino in breve. Ma occorre anche rilanciare il Fondo indennizzi e il Fondo a sostegno dei gestori espulsi dal settore, strumento imprescindibile di governo del comparto. Occorre inoltre aprire le porte anche alla rimodulazione commerciale dell’offerta carburanti- per il duplice effetto concorrenziale e ambientale- puntando esclusivamente sui prodotti premium di benzina e gasolio e liberando così slot meno inquinanti, come gpl, metano ed energia elettrica: i gestori devono trasformarsi in operatori dell’energia. Solo così le fonti energetiche alternative prenderanno quota nella mobilità italiana”.

Cliccare qui per leggere il Rapporto FAIB 2018

Le foto della giornata

Condividi
Confesercenti Nazionale
Panoramica privacy

Informativa Privacy ai sensi del Regolamento Europeo n. 679 del 25/05/2016 (GDPR).

Si informa che: CONFESERCENTI NAZIONALE,  con sede legale in Via Nazionale 60, 00184 Roma, in persona del legale rappresentante, in qualità di Titolare del trattamento, tratta i Suoi dati personali, con strumenti manuali ed elettronici, per le seguenti finalità: a) per consentirle di navigare ed esplorare il sito web; b) per rispondere alle richieste informative da Lei inoltrate attraverso il form on line.

Il conferimento dei dati trattati per le predette finalità, è obbligatorio in quanto necessario per la navigazione del sito e per evadere la sua richiesta e non richiede il Suo specifico consenso.

I Suoi dati personali verranno conservati per il tempo strettamente necessario al raggiungimento delle finalità indicate e comunque per un periodo non superiore a 30 giorni dal conferimento.

Ambito di diffusione: I suoi dati potranno essere inviati ai destinatari o alle categorie di destinatari riportati di seguito: Tecnici o società del settore IT, addetti alla manutenzione del sito.
I Suoi Dati potranno essere inviati a soggetti dei quali Il Titolare si potrebbe avvalere per lo svolgimento di attività necessarie per il raggiungimento delle finalità sopra indicate, i quali sono stati appositamente nominati da quest’ultimo Responsabili del Trattamento dei dati.

Le sono riconosciuti i seguenti diritti: diritto di accesso ai dati personali che La riguardano; di conoscere le finalità e modalità del trattamento; di conoscere i soggetti o le categorie di soggetti ai quali i dati personali possono essere comunicati; diritto di ottenere l’aggiornamento, la rettifica, l’integrazione, la cancellazione dei dati; diritto di ottenere la limitazione di trattamento; diritto alla portabilità dei dati raccolti con il Suo consenso e trattati mediante strumenti elettronici; diritto di proporre reclamo all’Autorità di controllo.

L’esercizio dei diritti può essere esercitato scrivendo ai seguenti indirizzi di posta elettronica: [email protected] .

Il Titolare intende infine informarLa che ha provveduto a nominare un Data Protection Officer (DPO), al quale potrà rivolgersi per tutte le questioni relative al trattamento dei dati e all’esercizio dei Suoi diritti, e che potrà contattare al seguente indirizzo di posta elettronica dedicata: [email protected]

Si rimanda all’informativa completa sul trattamento dei dati personali visibile al link l'informativa sul trattamento dei dati personali