Commercio al dettaglio, Federstrade-Confesercenti: “Roma capitale delle chiusure. Nei primi quattro mesi spariti 790 negozi”

Il 6,2% del totale perduto a livello Italia, il 76,5% del Lazio.  Giannandrea: “stop ad aumento Iva, servono misure per ridurre tasse su imprese e famiglie. Liberiamoci dalla crisi”

A Roma la desertificazione urbana avanza a ritmi record. Se, infatti, la crisi della distribuzione commerciale tradizionale si estende a tutto il Paese, senza eccezioni, come rileva l’Osservatorio Confesercenti che nei primi 4 mesi dell’anno ha registrato, complessivamente in tutte le regioni e province, la chiusura di circa 21.000 imprese, per un saldo negativo di 12.750 unità, la Capitale ‘vanta’ il primato delle chiusure di esercizi di vicinato: nel primo quadrimestre, infatti, nel territorio provinciale di Roma hanno abbassato per sempre le saracinesche 790 negozi, il 6,2% del totale degli esercizi perduti a livello nazionale e il 76,5% di quelli scomparsi nel Lazio (-1.033). Se il trend dovesse proseguire immutato, si stima per il territorio provinciale di Roma, alla fine dell’anno, un saldo negativo per 2449 imprese del commercio.

Federstrade-Confesercenti lancia l’allarme sulla situazione del commercio al dettaglio in Italia ed in particolare a Roma, sottolineando la gravità dell’emorragia che ha colpito il settore, dall’inizio del 2013, ed il drammatico effetto che l’aumento dell’aliquota IVA potrebbe avere su di esso. Il saldo negativo record di Roma è pesantemente influenzato dal boom di cessazioni nella città (1.394) a cui hanno corrisposto sole 604 aperture. A cessare l’attività, in questi quattro mesi, sono stati in particolare 185 negozi del dettaglio alimentare e 1209 dei restanti settori merceologici.

“Si tratta di una perdurante emergenza economica, occupazionale e sociale – sottolinea il presidente di Federstrade-Confesercenti Mina Giannandrea – che investe i nostri territori produttivi. Imprese e famiglie pagano il conto salato di questa crisi: da una parte lo stato di forte disagio in cui versano i redditi delle famiglie italiane, dall’altro interi settori del commercio si trovano a fronteggiare la grave crisi dei consumi”.

“Come rappresentanti delle imprese – continua – ci siamo battuti per la proposta di legge Libera la domenica contro l’eccesso di liberalizzazioni degli orari di apertura. Eccesso che non solo ha privato del giorno di riposo imprenditori e operatori del commercio al dettaglio, ma ha anche introdotto una distorsione del mercato che ha favorito unicamente la Grande Distribuzione Organizzata. La proposta di legge, ora depositata alla Camera, ha raccolto il sostegno di oltre 150mila firmatari in tutta Italia. Il nostro impegno, però, non finisce qui: dobbiamo liberare il settore del commercio dalla crisi. C’è bisogno – è l’appello della Giannandrea – di misure incisive per ridurre la pressione fiscale a partire dallo stop all’aumento dell’Iva, ed anzi ad un suo ritorno al 20%, e provvedimenti in grado di arrestare l’emorragia di chiusure di imprese: solo così si può favorire la ripresa delle attività e dell’occupazione in un comparto che, solo a Roma, vale 55mila imprese”.

Tabella 1 Natimortalità delle imprese del commercio al dettaglio nella provincia di Roma

Periodo

Aperture

Chiusure

Saldo aperture/chiusure

Alimentari Non alimentarie non specializzati Tot. Alimentari Non alimentari e non specializzati Tot. Alimentari Non alimentari e non specializzati Tot.
Gennaio/ Aprile 2013 94 510 604 185 1209 1394 -91 -699 -790
Intero 2013* 291 1581 1872 573 3748 4321 -282 -2167 -2449

 Fonte Confesercenti

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