Commercio: con liberalizzazioni persi quasi 30mila posti di lavoro

In cinque anni saldo aperture-chiusure negativo: 108 mila unità in meno

La liberalizzazione del commercio non ha creato posti di lavoro. Nel periodo in cui la deregulation è stata in vigore, l’occupazione del commercio è infatti diminuita sostanzialmente: secondo i dati Istat, tra il 2012 (primo anno di regime liberalizzato) ed il 2016*, gli occupati del settore sono passati da 1.918.675 a 1.888.951, con una perdita di 29.724 posti di lavoro.

Un calo sostanziale, dovuto soprattutto alla morìa dei negozi: a spingere il dato verso il basso è infatti il crollo dei lavoratori indipendenti – cioè imprenditori e collaboratori familiari – che in questi quattro anni sono diminuiti di oltre 62mila unità, e la flessione degli esterni (imprenditori della consulenza e altro) che invece perdono oltre 17mila posti di lavoro. Un’emorragia di occupazione che la crescita dei dipendenti (+47mila) e dei lavoratori temporanei (oltre 3.400 in più) non è riuscita a compensare.

*Ultimi dati disponibili con il dettaglio delle tipologie di occupazione

2012 2016 Differenza
Dipendenti 1.052.016 1.099.251 47.235
Indipendenti 826.008 763.214 -62.794
esterni 29.018 11.385 -17.633
temporanei 11.633 15.101 3.468
1.918.675 1.888.951 -29.724
Fonte: Istat, Statistiche sulle imprese

Il crollo rilevato degli imprenditori conferma le stime dell’Osservatorio Confesercenti sulla salute dei negozi indipendenti, cioè le imprese del commercio in sede fissa al netto di ambulanti, commercio fuori dai banchi, negozi in franchising e catene della grande distribuzione.

Dal 2012 al 2016, infatti, abbiamo rilevato 115mila aperture e circa 223mila chiusure, per un saldo negativo netto di 108.636 unità, certo per la crisi ma anche per l’aumento della pressione concorrenziale da parte della grande distribuzione, cui attribuiamo tra le 50mila e le 70mila chiusure. Alcuni negozi indipendenti sono stati sostituiti da grandi catene e simili, ma come evidenzia il dato occupazionale Istat, solo in parte.

La perdita di consistenza dei negozi indipendenti nel periodo della deregulation è ulteriormente dimostrata dall’analisi dello spostamento delle quote di mercato verso la grande distribuzione, l’unica in grado di stare aperta 365 giorni l’anno, contribuendo all’aumento dell’erosione di quote di mercato della gran parte dei piccoli esercizi, che hanno perso il 3% a favore della grande distribuzione: si tratta di circa 7 miliardi di euro di vendite travasate dai negozi alla GDO. 

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