Commercio, Confesercenti Catania: “trend negativo anche nel 2016. Nel primo trimestre chiudono due imprese al giorno”

Politino: “Serve una pianificazione attenta, non una strategia astratta per fare ripartire la città”

negozi vicinato

C’era una volta la Milano del Sud. Catania, che tra gli anni ‘60 e ‘80 spiccava per il fiorire di attività commerciali che arricchivano il centro storico, adesso ha un volto desertico e triste.  Una incessante moria di imprese che non si arresta neanche nel 2016. Dopo anni terribili, come il 2014 e il 2015, i dati del primo trimestre non sono molto più confortanti, nonostante qualche segnale di ripresa, ancora poco rilevante. Nei primi 90 giorni dell’anno la città ha perso complessivamente 100 attività commerciali. Nonostante siano nate 114 imprese, infatti, 214 hanno abbassato le saracinesche: 27 di abbigliamento, 6 di commercio di frutta e ortaggi, 29 ambulanti. Non va meglio nella provincia, dove il saldo negativo è di 347 attività commerciali. Meno 40 di abbigliamento, – 12 commercio di frutta e – 48 ambulanti. Situazione leggermente diversa dal 2015 quando il saldo era 147 in città e – 462 in provincia. Anche l’industria non riesce ad invertire il trend. Per 11 nuove aziende, 23 hanno cessato di esistere. In provincia il saldo negativo è di 42, con 48 industrie nate e 90 chiuse. Piccolo miglioramento nell’edilizia. Da un saldo negativo del 2015 (- 25), in città nel 2016 si è passati a -15: 13 le imprese di nuova costituzione contro 28 cessazioni. In provincia il dato è più eclatante: per 90 nate,  205 morte con un saldo di -115.

<<Camminando per le vie centrali della città non si può non notare come attività storicamente fiorenti hanno dovuto arrendersi: dal fruttivendolo, al panificio, del piccolo negozio di alimentari – spiega con rammarico Salvo Politino, direttore di Confesercenti Catania – I piccoli imprenditori hanno dovuto soccombere alla grande distribuzione, al dilagare di centri commerciali decentrati, all’abusivismo e al lavoro sommerso>>. Tuttavia per Politino non si deve cedere al pessimismo: <<Bisogna riuscire a cogliere i piccoli segnali e tentare di agganciare la crescita. Ma, soprattutto, bisogna non far spegnere nei piccoli imprenditori la voglia di investire che, ancora, nonostante tutto, resiste. In questo la politica ha un compito di primo piano poiché’ deve fornire gli strumenti per sostenere le strategie di sviluppo e far sì che il mercato non sia deteriorato dalla mancanza di rispetto delle regole. L’illegalità, infatti, altera l’economia e assorbe risorse fisiche ed economiche destinate al bene comune. Auspichiamo – conclude il direttore di Confesercenti – una pianificazione attenta, non una strategia astratta, che nasca dal dialogo tra le parti produttive della città. Confesercenti Catania continua a chiedere con forza una politica giusta e si impegna da anni e sempre di più per rimettere in moto un sistema che possa consentirci di ripartire nell’interesse di coloro che rappresenta. Uomini, donne e giovani, che hanno affidato le loro speranze e il loro futuro, oggi purtroppo ancora incerto>>.

 

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