Commercio, Confesercenti Torino: “basta centri commerciali. Ormai il mercato è saturo”

Gianfranco Banchieri eletto presidente di Confesercenti

 

 

 

 

 

 

 

 

Ci sono i numeri di Torino: il via libera della giunta Appendino alla realizzazione di 13 medie e grandi strutture commerciali che permetteranno alla città di incassare 30 milioni. E poi c’ è l’ area metropolitana: dall’ outlet di Settimo appena aperto a Mondo Juve fino al futuro mega-centro di Caselle. Nuovi insediamenti che non faranno altro che «aumentare i livelli di saturazione della Grande distribuzione organizzata che non è rimasta immune dalla crisi dei consumi». Ecco perché Giancarlo Banchieri, appena eletto alla guida di Confesercenti davanti agli assessori regionali (Giuseppina De Santis) e comunale (Alberto Sacco) lancia un appello alle «amministrazioni» perché «rivedano la propria linea troppo generosa nei confronti della grande distribuzione negando l’ autorizzazione a ogni nuova apertura e coinvolgendo nella questione le associazioni di categoria del piccolo commercio». Non è la prima volta che Confesercenti chiede il blocco dei nuovi insediamenti della Gdo ma è chiaro che l’ affondo di Banchieri è legato soprattutto alle scelte della giunta Appendino che ha, per la prima volta dal 2012, deciso di utilizzare massicciamente ricorso ai proventi dei permessi per costruire per coprire la spesa ordinaria. Scelta che il nuovo presidente di Confesercenti contesta – «non si può giustificare l’ apertura di nuovi supermercati con la necessità di asfaltare le strade. Le strade vanno asfaltate, punto» – e che non vorrebbe si ripetesse in futuro: «Autorizzare o meno altre grandi strutture dovrebbe dipendere non dalla necessità di far quadrare i conti ma da un’ attenta valutazione di quale tipo di commercio vogliamo». Sacco ha risposto in tempo reale ribadendo le condizioni esterne che hanno spinto la giunta Appendino a fare quelle scelte – percorsi già avviati e rischio di risarcimento danni in caso di diniego – sottolineando anche che «nel caso di nuove aperture la città ha ottenuto la riduzione delle aree edificabili e l’ integrazione degli spazi con il commercio locale». Dal punto di vista politico Sacco si è detto «d’ accordo con la richiesta di bloccare nuovi insediamenti e di lavorare con la Regione sugli aspetti urbanistici». Richiesta per altro rilanciata e condivisa – «ha perfettamente ragione» – anche da Maria Luisa Coppa, presidente dell’ Ascom: «E’ arrivata l’ ora di finire di aprire la porta ad autorizzazioni che hanno come unico scopo quello di far cassa». Il problema, però, come ha ricordato l’ assessore regionale Giuseppina De Santis è «che i comuni che decidono di presentare le domande di autorizzazione si muovono in un quadro di liberalizzazione e che la Regione attraverso la conferenza dei servizi può agire sull’ aspetto della mitigazione urbanistica dell’ intervento e questa leva può permettere di rendere possibile una convivenza col commercio locale».

Articolo pubblicato su “La Stampa”  del 10-04-2017

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