Confesercenti Arezzo: “Intermittenza di colori, adesso la parola d’ordine è : Ristori per tutti”

Il Direttore Checcaglini: “I ristori sono una goccia in un mare di problemi che non risparmiano nessuna attività. Il periodo natalizio è troppo importante per l’economia delle piccole attività del commercio ed è fondamentale per quelle attività che rimangono fuori da ogni provvedimento di aiuto”

“La notizia positiva è che la Toscana” commenta il direttore di Confesercenti Arezzo, Mario Checcaglini “torna in zona gialla anche se ci rimarrà solo per quattro giorni per poi dare il via all’altalena di colori che ci accompagnerà fino al 6 gennaio” . In pratica il provvedimento contiene quanto ampiamente annunciato nei giorni scorsi.

“Nulla di nuovo da questo punto di vista. Il decreto in questo caso individua anche le misure di ristori ad alcune categorie economiche costrette alla chiusura. Questa è una novità positiva e va riconosciuta: quante volte abbiamo ripetuto insieme alle chiusure, nello stesso provvedimento i ristori”. Una misura positiva ma non sufficiente secondo
Confesercenti.

“I ristori” dice Checcaglini “sono una goccia in un mare di problemi che non risparmiano nessuna attività. Il periodo natalizio è troppo importante per l’economia delle piccole attività del commercio ed è fondamentale per quelle attività che rimangono fuori da ogni provvedimento di aiuto. Si pensi solo alla catena delle forniture alla ristorazione e ai pubblici esercizi. Per questo crediamo che d’ora in avanti l’unica parola d’ordine sia: ristori”.

A questo Confesercenti aggiunge un maggior controllo del rispetto da parte dei cittadini delle disposizioni anticontagio per non dover ricorrere alle chiusure dei negozi ad intermittenza. “Le parole di critica al provvedimento” aggiunge Checcaglini “non intendono mancare di rispetto alle persone malate di Covid, alle persone
che combattono la difficile battaglia nelle terapie intensive e ai tanti che non c’è l’hanno fatta. Il rispetto e il dolore però non ci esime da dire che non si può andare avanti così: da un provvedimento di chiusura all’altro.

Le attività sono costrette a chiudere per lo scarso rispetto delle norme di prevenzione e di prudenza che ogni cittadino in ogni luogo dovrebbe assumere come principio di comportamento. Quindi, assembramenti, strade affollate, talvolta assenza di mascherina sono tra le cause dello stop. Ritengo che il Governo dovrebbe agire intervenendo con maggiore efficacia per indurre i cittadini a comportamenti attenti e rispettosi delle regole, anche con sanzioni più severe di quelle previste”.

“Per Confesercenti” conclude Checcaglini “è questa la strada da percorrere per poter resistere al virus, aspettando l’efficacia del vaccino, e contemporaneamente consentire alle attività economiche di andare avanti e lavorare come accade per tanti settori della produzione. Per noi è così e lo affermiamo da tempo”.

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