Confesercenti Firenze: “Dal 1 febbraio al via il GreenPass base per le attività del commercio”

Il GreenPass base per le attività del commercio Un possibile ulteriore colpo al retail fisico

Il commercio alla prova del pass. Da martedì 1 febbraio scatta l’obbligo di green pass base per accedere ai negozi; i consumatori sono divisi su questo provvedimento: due italiani su tre ritengono che la misura renderà gli acquisti più sicuri. Ma quasi due milioni di persone, tra chi non è in possesso della certificazione vaccinale, potrebbero passare agli acquisti online.

Questo il quadro che emerge da un sondaggio sui consumatori condotto da SWG per Confesercenti su un campione di consumatori di età superiore ai 18 anni.
Il sentiment positivo nei confronti dell’obbligo è sostenuto da una maggioranza meno larga di quanto sperato: a dichiarare di avere già il pass è l’87% degli intervistati, una quota decisamente più larga del 64% che promuove la misura, ritenendola “una garanzia di maggiore sicurezza”. Il restante 36% è poco convinto: il 10% non sa come giudicarlo, mentre il 26% dei consumatori intervistati lo vede come un impedimento che riduce l’accessibilità dei punti vendita.

Un possibile ulteriore colpo al retail fisico, già messo in difficoltà dall’incertezza creata dal riacutizzarsi dell’emergenza pandemica. L’aumento dei contagi registrato nelle ultime settimane, infatti, ha già allontanato dai negozi moltissimi consumatori; i dati negativi sull’andamento dei saldi ne sono la prova.

“Le imprese sono pronte a collaborare. Ma certo il fatto che per “i no pass” il canale online sia sempre aperto introduce una distorsione della concorrenza che non fa bene ai negozi fisici, oberati anche dai controlli. – commenta Claudio Bianchi Presidente Confesercenti Metropolitana di Firenze – “L’obiettivo rimane un ritorno più veloce possibile alla normalità: ma occorre monitorare l’impatto di questa distorsione sui fatturati dei negozi, che già per tutta la fase emergenziale hanno visto il trasferimento di importanti quote di mercato verso l’online. Un problema economico ma anche sociale per le nostre città”.

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