Confesercenti Lombardia, Covid-19 e nuove restrizioni per le Imprese: solo se pianificate, chirurgiche e collegate a più efficaci ristori automatici

Il Presidente Rebecchi: “Nuove restrizioni sono ammissibili solo nella misura in cui e laddove si ritengano assolutamente imprescindibili, altrimenti inevitabilmente pregiudicheranno la già precaria tenuta economica e sociale del nostro territorio”

 

«Le imprese lombarde e in particolare quelle del commercio e del turismo sono già allo stremo». «Nuove restrizioni sono ammissibili solo nella misura in cui e laddove si ritengano assolutamente imprescindibili, sulla base di rilevazioni epidemiologiche rispetto alle quali siano state preventivamente concordate misure chirurgiche e collegate a ristori automatici e, ovviamente, adeguati». Questa la dichiarazione di Gianni Rebecchi, Presidente di Confesercenti regionale Lombardia, al termine degli Stati Generali del Patto per lo Sviluppo convocati dal Presidente della Regione Attilio Fontana per discutere della posizione che la Lombardia assumerà rispetto alle nuove restrizioni che il Governo sta valutando proprio in queste ore assieme alle Regioni.

«L’inerzia delle istituzioni rispetto alle necessarie azioni che si sarebbero dovute intraprendere per fronteggiare meglio il virus in ambiti come quello sanitario, dell’istruzione e dei trasporti ci costringono oggi a valutare ulteriori restrizioni per le imprese, che inevitabilmente pregiudicheranno la già precaria tenuta economica e sociale del nostro territorio», riprende Rebecchi. «Partendo da questa negativa premessa chiediamo un cambio di passo, che quantomeno ci porti dall’improvvisazione di divieti che richiedono giorni o settimane anche solo per essere capiti – alla luce degli immancabili chiarimenti posteriori – alla pianificazione preventiva di misure da attivare al sopraggiungere di ben specifiche condizioni epidemiologiche, da valutare territorio per territorio».

«Con gli stessi criteri», conclude il Presidente di Confesercenti Lombardia «occorre dunque procedere automaticamente a ristorare le perdite di quelle attività che si sono dovute sacrificare per proteggere la salute collettiva, tenendo conto della fortissima penalizzazione che in particolare stano subendo i settori del commercio, del turismo e del terziario, al di là che per le ultime restrizioni, per via del crollo dei consumi, dello smart-working e del blocco del turismo».

 

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