Confesercenti Roma: Giammaria, scrive alla Raggi “Solo se vive il commercio vivono le città”

Dall’emergenza si esca con interventi immediati a sostegno delle attività o il rischio è quello della desertificazione

“Il momento che stiamo attraversando è drammaticamente straordinario, inaspettato, difficile per tutti”. Così il Presidente della Confesercenti di Roma, Valter Giammaria, rivolge il suo appello, con una lettera alla Sindaca di Roma, Virginia Raggi e agli Assessori allo Sviluppo Economico, Carlo Cafarotti e all’Assessore alla Città in Movimento, Pietro Calabrese.

Nell’occasione il Presidente fa sapere di aver rivolto l’appello anche a tutte le forze politiche che siedono in Campidoglio, nell’aula Giulio Cesare.

“Le occasioni di confronto – prosegue la lettera di Giammaria in cui sottolinea l’eccezionalità del momento e dell’iniziativa – non mancano, come lo spirito di collaborazione. Ciononostante ho voluto assumere questa iniziativa per testimoniare, con ancora più forza, la gravità del momento”.

“Le attività commerciali, turistiche e dei servizi, che rappresento, stanno oltremodo soffrendo”.

“La riapertura delle attività e di una certa mobilità della città non può farci pensare, neanche per un minuto, che l’emergenza sia oramai alle nostre spalle: i consumi sono ancora al palo e vi è il concreto rischio che sia così ancora per diversi mesi. Il turismo è di fatto fermo e la stagione la possiamo purtroppo archiviare tra le perdite; molti lavoratori, che sono ancora in cassa integrazione, non hanno ricevuto la prevista integrazione salariale e gli indennizzi a fondo perduto legati alle attività, inseriti nel Decreto Legge Rilancio, ci vorrà ancora del tempo prima che arrivino e saranno appena sufficienti a far fronte ad alcune spese di gestione”.

“La situazione, come vi abbiamo più volte rappresentato in queste giornate, resta drammatica: abbiamo stimato che solo nella Città di Roma potrebbero essere circa 5mila le attività che potrebbero non riaprire, con una perdita di circa 15 mila occupati”.

Per questa ragione il Presidente Confesercenti avanza alcune precise richieste, facendo appello agli Amministratori e alle forze politiche della Città.

“Occorre semplificare il rilascio dell’occupazione di suolo pubblico per i pubblici esercizi; occorre rimodulare l’ordinanza che disciplina gli attuali orari, superando limitazioni inserite per alcune attività incomprensibili e sbagliate: penso ai negozi di ferramenta, alle librerie e cartolibrerie, ai negozi di arredo, ai fiorai, agli artigiani; penso che non sia giusto differenziare la disciplina oraria tra i centri commerciali e gli altri negozi; penso che occorra anticipare le aperture degli esercizi di vicinato alle ore 10.00, anche in considerazione dei dati sul traffico nella città, che non hanno fatto rilevare particolari criticità, lasciando agli esercenti la libertà di modulare le aperture nel corso della giornata; così come penso che occorra lasciare libertà di apertura alle attività anche al sabato oltre che la domenica e nei festivi. Occorre che il Comune di Roma assicuri la gratuità della sosta sulle strisce blu e l’estensione dell’apertura della Ztl a tutto il periodo di emergenza che ci accompagnerà nei prossimi mesi”.

La lettera

 

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