Confesercenti Torino: “Caro bollette, in Piemonte 8.000 imprese del commercio e del turismo con 25.000 addetti a rischio nei prossimi mesi”

Dal presidente Banchieri un appello ai parlamentari: “È un’emergenza, non si possono aspettare le elezioni e il nuovo governo: necessario intervenire nel giro di pochi giorni”

Senza un cospicuo, coraggioso ma soprattutto immediato intervento contro il caro-bollette, nei prossimi mesi in Piemonte circa 8.000 imprese del commercio e del turismo rischiano la chiusura: è questa la previsione di Confesercenti, che – nonostante il particolare momento politico-istituzionale – ha inviato una lettera ai parlamentari locali per chiedere loro di farsi interpreti “presso il governo del profondo disagio che le imprese stanno vivendo e, soprattutto, di sollecitare lo stesso governo all’adozione di misure in grado di alleviare tale disagio”.

“Si tratta – dice Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti Piemonte – di una valutazione prudenziale, ma già così si tratta di un numero enorme, che significa anche la perdita di circa 25.000 addetti. Sappiamo che il parlamento è sciolto e il governo è dimissionario, ma le imprese non possono attendere i tempi della politica: aspettare le elezioni e il nuovo governo sarebbe troppo tardi. Abbiamo bisogno di provvedimenti urgenti e il governo deve ascoltare le imprese. Si può e si deve agire ora, intanto innalzando al 15% al 50% il credito d’imposta sui consumi e soprattutto estendendo tutte le misure anti-rincari alle aziende che hanno contratti al di sotto della soglia dei 16,5 Kwh: alberghi, ristoranti e negozi sono saranno energivori, ma senza dubbio anch’essi sono a a rischio chiusura. D’altra parte, i dati elaborati dal nostro ufficio studi sono drammaticamente evidenti: se nel 2020 e 2021 un bar spendeva in media 6.700 euro per le bollette di luce e gas, nei prossimi dodici mesi, ipotizzando che gli aumenti attuali restino costanti, lo stesso bar ne spenderà 14.740; un albergo medio vedrà lievitare la spesa per la bolletta energetica da 45.000 a 108.000 euro; un negozio da 1.900 a 3.420 euro; un ristorante da 13.500 a 29.700 euro. E ciò senza contare i cospicui aumenti già sopportati negli ultimi mesi“.

“Dunque – conclude Banchieri – governo, parlamento, forze politiche e candidati non possono immaginare di fermare tutto sino a ottobre, quando presumibilmente avremo un governo, perché sarà troppo tardi: siamo di fronte a un’emergenza nazionale che va affrontata subito. Le promesse elettorali stanno a zero, è venuto il momento di agire“.

 

IL TESTO DELLA LETTERA AI PARLAMENTARI PIEMONTESI

Gentile onorevole, gentile senatrice / senatore,

i continui e insostenibili incrementi del costo dell’energia, e segnatamente del gas, stanno mettendo in sempre maggiore difficoltà le imprese del commercio e del turismo, che Confesercenti rappresenta. Per limitarci a qualche esempio, se nel 2020 e 2021 un bar spendeva in media 6.700 € per le bollette di luce e gas, nei prossimi dodici mesi, ipotizzando che gli aumenti attuali restino costanti, lo stesso bar spenderà 14.740 €; un albergo medio vedrà lievitare la spesa per la bolletta energetica da 45.000 € a 108.000; un esercizio di vicinato da 1.900 € a 3.420 €; un ristorante da 13.500 € a 29.700 €. E ciò senza contare i cospicui aumenti già sopportati negli ultimi mesi. In questa situazione, secondo le nostre previsioni, quasi 8.000 imprese (per circa 25.000 addetti) nel solo Piemonte rischiano la chiusura nei prossimi mesi.

Appaiono dunque necessari provvedimenti incisivi e urgenti, che purtroppo mal si conciliano con l’attuale situazione: il parlamento è sciolto e il governo è in carica per il disbrigo degli affari correnti. Tuttavia, le imprese non possono aspettare le elezioni e l’insediamento di un nuovo esecutivo: sono troppi i mesi che trascorreranno e, soprattutto, troppe le bollette salatissime che esse dovrebbero pagare nel frattempo. Un intervento deve essere fatto adesso e dev’essere ben più significativo di quelli adottati sinora.

Per questo – pur consapevoli del particolare momento politico-istituzionale – ci rivolgiamo a Lei per chiederle di farsi interprete presso il governo del profondo disagio che le imprese stanno vivendo e, soprattutto, di sollecitare lo stesso governo all’adozione di misure in grado di alleviare nell’immediato tale disagio: l’orizzonte non è quello di mesi e neppure di settimane, ma di giorni. Altrimenti, il prossimo governo e il prossimo parlamento dovranno fare i conti con una emergenza economica e sociale di proporzioni inaudite.

Confidando in un Suo intervento, La salutiamo cordialmente.

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