Confesercenti Trentino: “Stagione senza sci è suicidio economico”

Il Vicepresidente Paissan: “La salute viene prima di tutto, non c’è dubbio, ma con rigore e intelligenza può essere tutelata senza per questo spingere nel burrone un intero sistema economico”

“Bisogna tutelare il sistema economico legato alla Montagna. Imprese, imprenditori, famiglie, lavoratori. Una mancata stagione invernale, sarebbe un danno incalcolabile e irreversibile all’economia della montagna e per tutti coloro che con essa ed in essa vivono”

La salute viene prima di tutto, non c’è dubbio, ma con rigore e intelligenza può essere tutelata senza per questo spingere nel burrone un intero sistema economico.

Perché una stagione senza sci sarebbe veramente un suicidio economico. Lo sforzo congiunto fatto dai rappresentanti istituzionali delle Regioni delle Alpi per aprire in massima sicurezza gli impianti per la stagione invernale, a salvaguardia dell’economia dei territori di montagna, non va e non può essere vanificato.

Il protocollo predisposto garantisce la sostenibilità della riapertura degli impianti. La stagione sciistica grazie a questo protocollo può e deve essere affrontata con rigore e massima attenzione alla sicurezza ed alla disciplina da parte di tutti, ma è il presupposto che deve altresì consentire di farla partire questa stagione sciistica, per tutelare gli interessi di migliaia di aziende, imprenditori, lavoratori e famiglie, le cui sorti sono collegate e dipendenti dall’economia di montagna.

E quando diciamo “una stagione con o senza sci”, non parliamo in modo leggero solo dello sciare e del divertimento da parte dei tanti appassionati; stiamo indirettamente parlando del lavoro di migliaia di operatori. Parliamo di commercio, di turismo ( dagli alberghi, a ristoranti, bar, rifugi, B&B ), parliamo degli addetti ai lavori degli impianti stessi, parliamo di centinaia di maestri di sci e professionisti legati al mondo della montagna, parliamo di centinaia di aziende di servizi che sostengono tutte le attività produttive e imprese che nei vari settori operano in montagna. Il danno che deriverebbe da una mancata stagione invernale è incalcolabile, centinaia di milioni di euro solo nell’immediato. Per non parlare poi del danno che ne deriverebbe a medio lungo termine, ancora più pesante e complicato da sanare, su migliaia di famiglie, lavoratori dipendenti ed autonomi, professionisti e partite iva.

Le società impianti si stanno impegnando nel mettere in campo tutte le misure necessarie a evitare il più possibile situazioni di rischio, prediligendo strumenti contactless grazie dalle nuove tecnologie. Si sta parlando di accessi contingentati e numeri limitati per evitare in tutti i modi possibili affollamenti. Si sta inoltre lavorando per incrementare la possibilità di acquisto di ticket, skipass e stagionali con modalità on line.

Lo sci è sport , è un’attività praticata all’aria aperta e in spazi ampi. Con le dovute accortezze e con un rigoroso controllo del rispetto delle regole imposte da questo periodo, può e deve essere consentito.

“Non farlo significherebbe mettere a repentaglio un intero sistema economico, che rischia di ritrovarsi sull’orlo di un precipizio dall’oggi al domani. Troppo facile parlare di chiudere tutto appellandosi ai “ristori” a beneficio di tutti quelli coinvolti. Pura demagogia. Chiunque abbia fatto impresa nella propria vita, qualsiasi lavoratore autonomo o professionista o operatore economico, sa benissimo che non esiste ristoro garantito sufficientemente “capiente” da compensare le perdite di breve, medio e lungo periodo, che la possibile mancata stagione invernale porterebbe con se e causerebbe a tutte le persone coinvolte”.

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