Conti pubblici, Renzi alla Ue: “La valutazione delle circostanze eccezionali sia uguale per tutti i Paesi”

Il Presidente del Consiglio a Bruxelles: “chiarire chi decide cosa in Europa su bilanci degli  Stati”

Renzi-Ue

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha spiegato ieri sera a Bruxelles che cosa si aspetti dalla discussione con i colleghi dei Ventotto e con la Commissione europea, riguardo alla famosa “flessibilità” che dovrebbe essere applicata da parte dell’Esecutivo comunitario all’esame delle leggi di bilancio degli Stati membri. La discussione si terrà oggi, durante la seconda giornata del vertice Ue, che proseguirà dopo mezzogiorno nel formato più ridotto dell’Eurosummit.

“Si tratta – ha detto Renzi incontrando i giornalisti in tarda serata, durante una breve pausa del Consiglio europeo – di fare una valutazione più politica che tecnica su chi decide cosa. Nel momento in cui l’Italia rispetta il 2,9% e sceglie l’aggiustamento strutturale dello 0,1%, gli oltre 3 miliardi (di deficit che chiederebbe di tagliare in più la Commissione, ndr) algono per più dello 0,2%, e si arriverebbe quindi a raggiungere aggiustamenti strutturali di oltre lo 0,3%. Però noi – ha sottolineato il premier – non siamo adesso intereressati a discutere se debba essere lo 0,1, lo 0,25, o il 3 per cento”.

Durante la discussione di oggi, ha proseguito Renzi, “il punto vero è che vedremo se il concetto di ‘circostanze eccezionali’, quello di ‘riforme strutturali’ e quello di ‘significativa deviazione’ (dagli obiettivi di bilancio previsti, ndr), che sono le tre espressioni che vengono utilizzate dalla Commissione, sono oggetto di una valutazione identica in tutti i Paesi. Siamo assolutamente disponibili al livello tecnico a ragionare, a discutere e a trovare le soluzioni; ma la questione è chi decide che cosa”.

Ad esempio “la ‘significatività’ della deviazione – ha chiesto Renzi – chi la decide? Formalmente è la Commissione che prende atto, poi il Consiglio valuta, poi la
Commissione deve tornarci sopra. Sono procedure articolate. Si tratta – ha osservato – di una questione semplice nella risoluzione, un po’ più complicata nella gestione politica, ma ci sarà modo di verificarlo e valuteremo” durante la riunione di oggi.

A chi chiedeva, infine, se intenda mantenere invariato il bilancio, anche di fronte a richieste di modifica da parte di Bruxelles, il presidente del Consilgio ha risposto: “Sul bilancio mi sembra che siamo messi molto bene, non vedo particolari problemi, ci sono delle voci che abbiamo tenuto da parte. Vedremo quello che succederà, nel senso che il bilancio – ha concluso il premier – cambierà nel corso della discussione sulla legge di stabilita sulla base delle indicazioni parlamentari”.

Le dichiarazioni del Premier arrivano dopo una giornata di tensione con il Presidente uscente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso. Ieri il ministero dell’Economia ha infatti pubblicato la lettera riservata del presidente uscente della Commissione europea Barroso che denunciava una “seria deviazione” dell’Italia dal Patto di stabilità. Di fronte alle proteste di Barroso per la violazione della riservatezza, Renzi ha risposto “è finito il tempo delle lettere segrete. D’ora in poi vigerà la regola della trasparenza sui rapporti con Bruxelles: pubblicheremo anche le spese dell’Europa e sarà divertente”. E ha aggiunto: “Il problema sono due miliardi? Se vogliono li mettiamo domani mattina”.

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