Cookie Law: Federpubblicità, “poco utile per la privacy”

Colpite piccole imprese pubblicitarie e ‘sfiorati’ i colossi del web. Ronconi, “Si mette in difficoltà un settore da 2,3 miliardi di euro”

PC cookies“La privacy degli utenti è un bene prezioso, che va tutelato. Ma così com’è la Cookie Law non porta alcun vantaggio su questo fronte: colpisce infatti soprattutto le piccole imprese attive nella pubblicità online che avranno più difficoltà a svolgere il loro lavoro. Mettendo a rischio uno dei pochi settori vivaci dell’economia italiana, responsabile di un giro d’affari di 2,3 miliardi di euro, in crescita del 15% sullo scorso anno”.

Così Nevio Ronconi, Presidente Nazionale di Federpubblicità, commenta la scadenza dei termini della cosiddetta Cookie Law, il provvedimento del garante della Privacy che obbliga i siti web, entro il 2 giugno, ad informare e richiedere il consenso degli utenti per l’utilizzo di cookie, i piccoli file di testo che servono per raccogliere informazioni, dalle credenziali d’accesso ai movimenti dell’utente all’interno del sito stesso.

“L’idea iniziale, maturata in ambiente europeo in seguito ad una serie di scandali, era di impedire ai grandi colossi abusi nella profilazione pubblicitaria degli utenti: nel caso in cui l’utente avesse negato il consenso all’utilizzo di Cookie, questi sarebbero dovuti essere inibiti dal gestore del sito web. Ma i big della Rete hanno già a disposizione molti strumenti di profilazione che non prevedono l’utilizzo dei Cookie e che quindi non rientrano nel merito del provvedimento. A pagare il peso saranno le agenzie pubblicitarie indipendenti attive sul web, che potrebbero perdere risorse informative importanti per creare campagne promozionali mirate sui gusti e gli interessi degli utenti. E anche gli utenti, che sono stati portati a credere che i Cookie siano cattivi per natura. Mentre invece tanti servizi utili per i navigatori – come i sistemi che ricordano nome utente e password utilizzati per l’accesso ad un sito – funzionano proprio grazie ai Cookie.”

“In generale – conclude Ronconi – il provvedimento costituirà un aggravio anche per tutte le piccole imprese che, in Italia, si stanno faticosamente dotando di un sito web, come per altro sempre auspicato da tutte le istituzioni. Nel caso in cui un utente dovesse rifiutare il suo consenso ai Cookie, infatti, è necessario inibirli: un’azione che comporta l’installazione di infrastrutture tecnologiche onerose e complesse, non sempre alla portata di tutte le realtà, in particolar modo delle più piccole. E le multe per chi non si adegua sono salatissime: fino a 120mila euro. Ma l’adeguamento alla nuova normativa, oltre a far sostenere costi aggiuntivi, potrebbe comunque riservare delle sorprese. Infatti si prospettano soluzioni spesso differenti tra loro, dovute a interpretazioni fornite da tecnici, studi legali o consulenti informatici (ICT). Pertanto, c’è il rischio che nel differente approccio all’adeguamento, possano scattare multe pur ritenendo di essere in regola. Su questo aspetto è auspicabile una fase nella quale il controllo non abbia una funzione punitiva, ma di suggerimento della soluzione migliore e della corretta interpretazione della legge2.

 

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