Decreto cultura, Confesercenti Emilia Romagna: “Norma su decoro è mannaia per commercio e turismo”

Fiepet e Anva lanciano l’allarme: “A rischio 5000 imprese sul nostro territorio”

L’articolo 4-bis contenuto nel ‘Decreto cultura’, relativo al decoro dei complessi monumentali ed altri immobili, “potrebbe rivelarsi una vera e propria mannaia per bar, ristoranti, mercati della nostra regione che finora, oltre a fornire servizi ai cittadini, hanno svolto un importante richiamo per i numerosi turisti che visitano le nostre città”. E’ quanto sostengono in una nota Confesercenti, Fiepet e Anva Emilia Romagna.

Nello specifico, la norma contenuta nel decreto demanda alle Direzioni regionali per i beni culturali e alle soprintendenze di contrastare l’esercizio di attività commerciali e artigianali che occupano il suolo pubblico, anche se con regolare licenza. “Le ricadute sull’economia regionale e, conseguentemente, sull’occupazione, sono veramente  allarmanti” – sottolineano Fiepet e Anva Emilia Romagna.

“Con questa misura  – sottolinea il direttore di Confesercenti Emilia Romagna, Stefano Bollettinari- le imprese interessate vedrebbero un consistente calo dei fatturati, già duramente provati dalla crisi e nella sola nostra regione sarebbero a rischio circa 2.500 attività commerciali su suolo pubblico e altrettante per quanto riguarda i pubblici esercizi, con ricadute allarmanti sull’occupazione”.

“Senza nulla togliere naturalmente, alla legittima e quanto mai sacrosanta tutela ai beni architettonici e culturali delle nostre città -aggiunge Bollettinari- è incredibile che proprio in un momento di difficoltà economica come quello che stiamo attraversando, si pensino norme come questa invece di contrastare l’abusivismo e l’illegalità”.

In questo modo, secondo il presidente di Fiepet Andrea Andrea Cavallina “si penalizzano soprattutto  il lavoro degli imprenditori turistici e dei pubblici esercizi già messi a dura prova dal crollo dei consumi e da tasse eccessive, ma anche tutti quei turisti che apprezzano l’offerta emiliano romagnola ricca di caffè all’aperto, di ristoranti, attività indispensabili per il rilancio del turismo nella nostra regione”.

Anche il presidente regionale di Anva Dario Domenichini si unisce al coro di proteste. “E’ assurdo – spiega –  che proprio le attività che rendono vive e attraenti le nostre città debbano essere messe sotto accusa: le attività ambulanti, presenti dal periodo dei Comuni, forniscono utili servizi ai cittadini, contribuiscono alla sicurezza dei centri storici rendendoli più vivibili, e danno quel  colore e quel folclore che attira tanti turisti nel nostro territorio”.

 

 

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