Def: Governo taglia stime Pil e punta a margine manovra 6-7 mld

Il Pil nel 2016 si fermerà allo 0,8% rispetto all’1,2% indicato.

 
-Crescita
inferiore alle attese sia nel 2016 che nel 2017, deficit in aumento rispetto ai target e debito in calo solo dal 2017. E un piano in due mosse per ottenere, non ulteriore flessibilità, ma un margine di manovra di circa 6-7 miliardi scorporando dal Patto di stabilità le spese eccezionali per la ricostruzione post terremoto e per l’emergenza migranti.

Il Governo ha dato il via libera alla Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (DEF) 2016 termine di un Cdm notturno durato circa 45 minuti.

Con la revisione del quadro macro-economico delineato ad aprile si apre ufficialmente il cantiere della manovra la cui entità dovrebbe aggirarsi tra i 20 e i 25 miliardi. Il Pil nel 2016 si fermerà allo 0,8% rispetto all’1,2% indicato (poco sopra lo 0,7% del 2015) mentre per il 2017 è attesa una crescita dell’1%, ben sotto il +1,4% previsto ad aprile. L’asticella dell’indebitamento netto salirà dal 2,3% al 2,4% quest’anno. Con una crescita inferiore alle attese  sia quest’anno che il prossimo l’Italia è stata costretta a rinegoziare l’impegno assunto con Bruxelles di un deficit all’1,8% del Pil nel 2017.

Nella Nota di aggiornamento al Def il deficit tendenziale passa dall’1,4 all’1,6% e quello programmatico viene fissato al 2% del Pil nel 2017. Ma il governo chiederà un ulteriore margine dello 0,4% per le spese eccezionali da sostenere per la ricostruzione post terremoto e per l’emergenza migranti, spese che il premier Renzi conta di scorporare dai vincoli del Patto di stabilità. Non si tratta di flessibilità, ha assicurato Renzi. “Non c’è  flessibilità in questa Nota di aggiornamento al Def – ha spiegato il premier – perché con una decisione che non ci convince si è deciso che vale una sola volta e noi l’abbiamo utilizzata lo scorso anno, per me è un errore, c’è uno 0,4% massimo di circostanze eccezionali che è altra cosa rispetto alla flessibilità e riguarda elementi che nessuno può contestare che sono sisma e immigrazione”.

Quanto al debito non scenderà nel 2016 ma la riduzione è  rinviata al 2017. “Il debito-Pil non scende, lo ammetto, questo ha a che fare con previsioni di inflazione troppo ottimistiche”, ha riconosciuto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Il debito salirà quindi dal 132,3% del 2015 (nel comunicato di Palazzo Chigi vende indicata questa stima e non il 132,2% certificato dall’Istat perché, come spiegano fonti del Tesoro, il Governo è al corrente di revisioni per arrotondamenti che sono state anticipate) al 132,8% nel 2016 per poi riscendere al 132,2% nel 2017. L’obiettivo di pareggio di bilancio viene confermato al 2019.

Non ci saranno aumenti di tasse, ha assicurato ancora il premier e nella Legge di Bilancio saranno impiegate più risorse per la Sanità e “un aiuto” per le pensioni più basse. In particolare Renzi ha confermato il ricorso all’Ape spiegando però che, per quanto riguarda le cifre, bisognerà aspettare la Legge di Bilancio che sarà presentata entro il 20 ottobre. I margini sono stretti e il grosso delle risorse sarà impiegato per disinnescare l’aumento di Iva e accise, le cosiddette clausole di salvaguardia che da sole valgono 15 miliardi”.

Di seguito la tabella con le principali grandezze del quadro programmatico, come riporta il sito del Governo.

2015 2016 2017
PIL +0,7% +0,8% +1,0%
Indebitamento netto (deficit)/PIL 2,6% 2,4% 2,0%
Debito/PIL 132,3% 132,8% 132,2%
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