Emilia Romagna: approvato il Decreto Liquidità. Per Confesercenti occorre di più

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La Giunta regionale della Confesercenti Emilia Romagna si è riunita oggi in videoconferenza per esaminare il testo del Decreto-Legge 23 reso noto nella tarda serata di ieri con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Erano i Presidenti delle Confesercenti di Piacenza, Parma, Reggio nell’Emilia, Modena, Ferrara, Bologna, Imola, Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini.

Il sentimento più diffuso è stato quello della delusione rispetto a un provvedimento che aveva suscitato aspettative importanti ma che presenta più di una criticità. In particolare si lascia al sistema bancario un’eccessiva discrezionalità sulla possibilità di concessione del credito anche a fronte della garanzia dello Stato e non si comprende bene se vi possa essere un automatismo nella concessione dei prestiti al di sotto dei 25 mila euro. Anche la garanzia, inoltre, non è al 100% come preventivato ma si è abbassata al 90%, lasciando quindi spazio per dinieghi alle imprese più fragili e in difficoltà

“Occorrono – a giudizio di Confesercenti – soluzioni che garantiscano veramente la liquidità finanziaria per la sopravvivenza delle nostre imprese che oggi si trovano senza ricavi ma con adempimenti, imposte e tributi locali e costi del personale praticamente inalterati”.

“Le misure fino ad ora adottate al Governo, purtroppo, – afferma Dario Domenichini, presidente di Confesercenti Emilia Romagna – non rispondono alle richieste delle aziende che vorrebbero riprendere la propria attività nel rispetto di tutte le norme precauzionali a garanzia della clientela e del proprio personale. Serve la cancellazione di alcune tasse e tributi per il 2020 e non solamente il loro differimento e la riduzione al 50% per il 2021, contributi a fondo perduto per la ripartenza, e accesso al credito con garanzia al 100% e a tasso zero”.

“Mentre un altro nodo intricato da sciogliere e che sta creando molti problemi alle imprese rimane quello del pagamento degli affitti per il periodo di chiusura imposto per decreto, durante il quale l’affittuario non ha la disponibilità del bene ma gli viene comunque richiesto il pagamento del canone”.

L’auspicio di Confesercenti è che queste richieste trovino risposte concrete nei prossimi provvedimenti.

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