Fiesa: il presidente Erasmi all’expo di Dubai

“Confermato grande interesse del mondo arabo per i prodotti alimentari italiani di qualità”

Il Presidente di Fiesa Confesercenti, Daniele Erasmi, ha partecipato alla missione commerciale all’Expo di Dubai organizzata dalla Camera di Commercio Gran Sasso d’Italia (L’Aquila e Teramo), della quale è membro della Giunta. La missione ha avuto lo scopo e il compito di incontrare distributori arabi potenzialmente interessanti ai prodotti italiani.

“Posso testimoniare – dice Erasmi – che i contatti diretti tra aziende nel Padiglione Italia e la rete, formata da istituzioni politiche, agenzie regionali, camere di commercio e università, si confermano mezzi efficaci per promuovere in maniera sinergica e integrata il nostro Paese. È evidente che gli Emirati Arabi Uniti, un Paese caratterizzato per la totale estensione dalla presenza del deserto, è obbligato ad importare oltre il 90% dei prodotti alimentari. Questi dati, frutto di incontri/confronti tra imprenditori italiani e operatori arabi, sono sufficienti a far comprendere quanto questo sia un mercato davvero interessante per le imprese italiane del settore, che hanno il vantaggio di poter offrire prodotti di cui il mercato riconosce ed apprezza l’alto livello qualitativo.”

“Ma attenzione – continua Erasmi – ho notato, nei vari incontri a cui ho avuto modo di partecipare, un grande interesse per la “qualità”, ampiamente e opportunamente certificata. La qualità fa da traino a qualunque tipo di approccio contrattuale con le imprese del territorio; meglio se i prodotti alimentari siano “Certificati Bio”. Questi aspetti, non secondari per gli imprenditori arabi, sono associati anche e soprattutto all’offerta internazionale legata direttamente alla forte crescita del settore del turismo e del business commerciale e il conseguente alto numero di nuovi hotel e resort aperti negli Emirati Arabi negli ultimi anni. Questo ha fatto crescere la domanda di importazione di prodotti alimentari.”

Il mondo arabo è da sempre considerato una piazza commerciale di tutto rispetto per l’Italia. Il nostro Paese ha costruito nel tempo rapporti d’eccellenza con alcune nazioni arabe dando vita a relazioni commerciali significative per le imprese italiane. Ad oggi l’ammontare del fatturato nazionale verso gli Emirati Arabi è pari a circa 5,3 miliardi di euro ed  è il 17esimo mercato di destinazione per l’export italiano. In questo ambito di rilievo sono i settori elettromeccanico ed agroalimentare da cui ci si aspetta un incremento di oltre 7 miliardi. Tenendo conto che all’Expo di Dubai sono attesi circa 26 milioni di visitatori, le aziende alimentari italiane si rivolgono prevalentemente al settore della ristorazione di qualità e, viste le grandi potenzialità, anche al settore della distribuzione organizzata. Interessanti sono i dati sulla ristorazione negli Emirati Arabi; un settore che conta oltre 11.000punti di somministrazione, tra ristoranti e bar soprattutto, di cui oltre 4.000 a Dubai e 3.000 ad Abu Dhabi.

“Ogni hotel di lusso – ricorda il Presidente Fiesa Erasmi che si rispetti a Dubai ha al suo interno almeno un “vero ristorante italiano”; inoltre altri ristoranti italiani a guida di proprietà di italiani e con personale italiano, sono presenti anche in varie zone di Dubai ed Abu Dhabi. Negli ultimi mesi il numero di aperture di ristoranti italiani e di pizzerie è cresciuto moltissimo. Ad oggi sono presenti circa 200 ristoranti italiani ed il numero è destinato ad aumentare in poco tempo. Un altro settore interessante è quello rappresentato dalla grande distribuzione organizzata. Questo settore negli Emirati è avanzato e ben organizzato nella logistica.  I principali distributori vendono direttamente alle catene retail e circa il 65% delle vendite totali al dettaglio viene attribuito a supermercati e ipermercati, con uno spazio importante per gli esercizi specializzati. Dai dati forniti in sede di Expo, il settore della distribuzione al dettaglio ha visto negli ultimi anni una fortissima crescita, con un valore annuale del mercato alimentare della distribuzione al dettaglio stimato intorno ai 2.7 miliardi di dollari. Ultimamente sono stati aperti anche alcuni negozi specializzati in prodotti di qualità e biologici. Tutto questo fa il paio con il fatto sorprendente che non ci sono limitazioni all’importazione di prodotti alimentari, eccetto determinate restrizioni per la carne di maiale e le sostanze alcoliche che possono essere importate solo da distributori autorizzati. Ovviamente, tutti i prodotti alimentari importati devono essere muniti di diciture in arabo sugli imballaggi e molte delle procedure di importazione sono comunque a carico del distributore. Come su tutti gli altri settori, anche nel settore food il dazio di importazione è pari al 5%, sempre a carico dell’importatore. Insomma ci sono spazi di mercato sia dal lato produzione agro alimentare che su quello della distribuzione e ristorazione”.

 

 

 

 

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