Fismo Confesercenti Genova: il bilancio della prima giornata a Genova

Liguria: saldi al via giovedì 5. Recine (Fismo): «Atteso un +10% di vendite grazie soprattutto a trend di Natale»

La Presidente Recine: “L’effetto saldi non c’è più, chi ha comprato lo avrebbe fatto lo stesso”

I saldi non tirano più. O almeno, non in questa collocazione e con questa formula. I timori paventati da Confesercenti alla vigilia sono stati confermati dalla prova dei fatti, con una prima giornata che, a Genova, non ha certo fatto da detonatore alle vendite. La conferma arriva da Francesca Recine, presidente provinciale Fismo e vicepresidente nazionale dell’associazione che rappresenta i negozi di abbigliamento e calzature aderenti a Confesercenti: «Sinceramente non si è vista la differenza con i giorni precedenti, anzi: venivamo da settimane molto positive, che avevano registrato una ripresa degli affari a livelli pre-Covid, e l’impressione è che chi, oggi, è venuto a comprare, lo avrebbe fatto lo stesso, anche se non ci fossero stati i saldi. L’effetto richiamo, insomma, non ha funzionato».

«Ogni anno che passa – prosegue la presidente Fismo – siamo sempre più convinti che un inizio così anticipato dei saldi sia controproducente: contrae il margine degli esercenti e, ormai, non serve nemmeno più ad invogliare i clienti, subissati come sono di promozioni continue nell’arco dell’anno. In estate, poi, contribuisce pure il gran caldo ad allontanare le persone dallo shopping, tant’è che oggi il movimento c’è stato soprattutto nelle ore più fresche del mattino e in centro storico, grazie alla presenza dei turisti. Ma poi, come era ovvio che fosse, la gente è andata al mare».

«Il mondo del commercio è cambiato ed il meccanismo dei saldi va completamente rivisto – conclude Recine -. Bisogna riscrivere le regole del gioco, tenendo conto delle nuove dinamiche di consumo, sempre più intrecciate ai flussi turistici e, quindi, diverse a seconda dei territori. E se davvero vogliamo salvare l’istituzione “saldi”, allora restituiamole il senso stesso per cui questa pratica era nata: segnare il passaggio dalla stagione estiva a quella invernale, e viceversa, andandosi a collocare nel periodo di effettivo cambio delle collezioni».

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