Genova: il nuovo supermercato Basko, di via Molassana, aggrava la crisi del commercio al dettaglio

Marchi, presidente del Civ Amici di Molassana: la fatturazione ha subìto un calo nell’ordine del 15-20% e, per alcune attività, si arriva addirittura al 30%

Non bastasse la crisi economica che non accenna ad allentare la sua stretta, e non bastasse nemmeno la vicenda dei parcheggi di via Gherzi, chiusi al pubblico nell’estate del 2014, sul tessuto del commercio al dettaglio di Molassana si è abbattuta l’ennesima scure: l’apertura, il 14 giugno scorso, del nuovo supermercato Basko. Dopo circa un mese, infatti, gli effetti iniziano già a farsi sentire, e sono tutt’altro che positivi.

«Da una consultazione con i commercianti nostri associati e con altri colleghi, la fatturazione ha subìto un calo nell’ordine del 15-20% e, per alcune attività, si arriva addirittura al 30% – riferisce Giorgio Marchi, presidente del Civ Amici di Molassana. Il nuovo supermercato, più grande e in una posizione più centrale rispetto alla vecchia Basko di via Bernardini, sta catalizzando le attenzioni del quartiere, drenando clienti dagli esercizi al dettaglio. D’altra parte, la torta è sempre quella ed era inevitabile che andasse a finire così: ad ogni nuova apertura o, come in questo caso, ampliamento della grande distribuzione, le fette che vengono lasciate ai dettaglianti si fanno sempre più piccole».

A questo scenario, come detto, si aggiungono le preesistenti difficoltà generali e quelle, specifiche, del quartiere: «La questione dei posteggi perduti di via Gherzi, per i quali è pendente un ricorso al Tar, è ancora ben lontana dall’essere risolta – spiega Marchi – e ancora inservibili per la collettività sono i nuovi parcheggi interrati realizzati nell’ambito dei lavori del Por, che avrebbero dovuto essere inaugurati entro lo scorso mese di aprile».

Proprio la vicenda dei parcheggi ha lasciato un segno profondo sul quartiere, come ricorda anche Piero Prato, titolare di un negozio di macelleria: «Nel primo anno dopo la privatizzazione degli stalli di via Gherzi, dal settembre del 2014 a quello del 2015, abbiamo avuto un crollo dei corrispettivi del 30%. E adesso, questa ulteriore mazzata della nuova Basko. La concorrenza con la grande distribuzione è insostenibile, e non solo per una questione di prezzi, ma anche per le leve fiscali di cui noi non possiamo beneficiare, per la morsa degli studi di settore alla quale invece le grandi strutture di vendita possono sottrarsi, e per il peso di burocrazia e fisco rispetto a cui, un dettagliante, ha le armi spuntate. Non si può pensare di risolvere il problema occupazionale continuando ad aprire nuovi centri commerciali, perché è ovvio che i posti di lavoro della grande distribuzione vanno a scapito di quelli degli esercizi al dettaglio. E che, continuando così, i quartieri delle nostre città si trasformeranno presto in deserti commerciali, con qualche cattedrale qua e là. È questa l’idea di sviluppo che i politici e le istituzioni hanno per il nostro paese?».

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