Gestori impianti carburanti: bene la moneta elettronica, ma ingiusto scaricare tutti gli oneri sulle gestioni. Chiesto e ottenuto per il 20 settembre prossimo, l’incontro con il Vice Ministro Casero

I gestori degli impianti di rifornimento carburanti intendono contribuire fattivamente alla massima espansione dell’utilizzo della cosiddetta “moneta elettronica” (pago bancomat, carte di credito, ecc.), ma il Governo non può credere che ciò avvenga scaricando ingiustamente l’intero onere proprio sulle piccole imprese di gestione.
E’ quanto si legge in una nota congiunta delle Organizzazioni di Categoria dei gestori – Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc Confcommercio – con la quale viene riferito come il Vice Ministro al MEF, Luigi Casero, abbia accettato di fissare un incontro sul tema per il prossimo 20 settembre.
Con l’entrata in vigore dei nuovi obblighi normativi sulla forma di pagamento elettronica – prosegue la nota – diventa ormai indispensabile che si prenda atto finalmente di un semplice dato di fatto: 2/3 del prezzo alla pompa dei carburanti viene incassato dallo Stato e l’altro terzo dal proprietario del punto vendita/fornitore; solo il 2% costituisce il margine lordo del gestore.
Qualunque commissione percentuale, anche decimale, sull’intero prezzo alla pompa venga imposta al gestore, costringerebbe quest’ultimo a pagare ingiustamente per un incasso che per il 98% lo stesso gestore effettua in nome, per conto e a beneficio di altri, Stato e aziende petrolifere prima di tutti gli altri.
E’ giunto il momento, che il “prezzo” della diffusione delle carte di credito e di debito, legittimamente forzato anche in nome di un interesse collettivo prevalente, venga equamente ridistribuito anche tra gli altri soggetti che, di fatto, sono i veri “proprietari” dell’incasso.
Per queste ragioni – conclude la nota sindacale – nel caso in cui l’incontro con il Vice Ministro Casero non dovesse approdare ad una soluzione equa e tangibile, le Organizzazioni dei gestori preannunciano che avvieranno una iniziativa attualmente allo studio, che consentirà – in un primo momento a titolo dimostrativo – ai medesimi gestori di riaddebitare direttamente allo Stato ed al fornitore dei carburanti la quota loro rispettivamente spettante delle commissioni bancarie sopportate.

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