Istat, vendite al dettaglio: piccoli negozi sempre più in difficoltà

Per le piccole superfici, su base annua, male le vendite sia alimentari che non

Istat, vendite al dettaglio: piccoli negozi sempre più in difficoltà

Le piccole realtà commerciali continuano a sentire la crisi.

Se infatti, secondo l’Istat le vendite al dettaglio a ottobre 2016, su base annua, aumentano in valore per la grande distribuzione (+0,8%) per le imprese operanti su piccole superfici il dato è ancora una volta negativo (-1,0%).

Tra queste ultime ad essere sempre più in difficoltà sono le attività commerciali fino a 5 addetti: su base annua le loro vendite diminuiscono, in termini tendenziali, del 3,3%. Dato leggermente negativo, invece, per le imprese da 6 a 49 addetti (-0,3) e positivo per quelle con almeno 50 addetti,+1,5%, segno che sono proprio i piccoli a non vedere minimamente una ripresa dell’attività imprenditoriale.

Entrando più nel dettaglio, mentre nella grande distribuzione le vendite registrano variazioni positive in entrambi i settori merceologici (+0,4% per i prodotti alimentari e +1,2% per quelli non alimentari) nelle imprese operanti su piccole superfici il valore delle vendite registra variazioni tendenziali negative sia per i prodotti alimentari (-2,3%) sia per quelli non alimentari (-0,9%).

In termini generali le vendite registrano un incremento congiunturale pari all’1,2% sia in valore sia in volume e diminuiscono su anno -0,2%.

Nonostante la forte crescita congiunturale registrata a ottobre, nella media del trimestre agosto-ottobre 2016 l’indice complessivo delle vendite al dettaglio diminuisce dello 0,2%, sia in valore sia in volume, rispetto al trimestre precedente.

Su base annua, i prodotti alimentari calano dello 0,4% in valore e registrano una variazione nulla in volume. I prodotti non alimentari diminuiscono sia in valore ( 0,2%), sia in volume (-0,4%).

Tra i prodotti non alimentari, il maggiore incremento tendenziale riguarda il gruppo Mobili, articoli tessili, arredamento (+1,8%), mentre il calo più rilevante si registra per il gruppo Generi casalinghi, durevoli e non durevoli (-2,1%).

Condividi