Jobs act: la Consulta dice no al referendum sull’articolo 18

La Consulta ha dichiarato inammissibile il quesito sui licenziamenti illegittimi.

Jobs act: Consulta, no referendum sull'articolo 18La Corte Costituzionale dice ‘no‘ al referendum abrogativo sulle modifiche all’articolo 18 introdotte con il Jobs act. La Consulta ha infatti dichiarato inammissibile il quesito sui licenziamenti illegittimi, mentre ha dato il suo via libera a quelli sui voucher e sulla responsabilità solidale negli appalti.

Tutti e tre i quesiti referendari erano stati presentati dalla Cgil con 3,3 milioni di firme.

Ecco nel dettaglio i temi dei tre quesiti:

  1. REINTEGRO ED ESTENSIONE DELL’ARTICOLO 18si chiede l’abrogazione delle disposizioni in materia di licenziamenti illegittimi, contenute nel Jobs act. In particolare, oggetto del quesito referendario è il decreto legislativo 4 marzo 2015, n. 23 recante “Disposizioni urgenti in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti in attuazione della legge del 10 dicembre 2014, n. 183”, nella sua interezza, e dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori. In base a quanto previsto dal Jobs act, un licenziamento ingiustificato prevede il pagamento di un’indennità che cresce con l’anzianità di servizio, con un minimo di 4 e un massimo di 24 mensilità.
  2. APPALTI: REINTRODUZIONE DELLA PIENA RESPONSABILITA’ SOLIDALE: si richiede l’abrogazione di parte dell’art. 29 della Legge Biagi. In particolare, si tratta del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, recante “Attuazione delle deleghe in materia di occupazione e mercato del lavoro, di cui alla legge 14 febbraio 2003, n. 30 comma 2″. In sostanza, il quesito chiede che ci sia un’uguale responsabilità, in tutto e per tutto (responsabilità solidale), tra appaltatore e appaltante nei confronti di tutto ciò che succede nei rapporti di lavoro.
  3. VOUCHER: CANCELLAZIONE DEL LAVORO ACCESSORIO: il quesito chiede l’abrogazione delle disposizioni sul lavoro accessorio contenute nel Jobs act. Oggetto del referendum è,  in particolare, l’abrogazione degli art. 48, 49 e 50 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81 recante “Disciplina organica dei contratti di lavoro e revisione della normativa in tema di mansioni, a norma dell’art. 1 comma 7 della legge 10 dicembre 2014, n. 183. 

 

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