Lavoro, Istat: “Sale a giugno il tasso di disoccupazione al 12,7%”

Inflazione stabile allo 0,2% a luglio. Confesercenti: “Mercato interno arranca, serve subito stimolo fiscale”

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A giugno il tasso di disoccupazione cresce rispetto al mese precedente di 0,2 punti, arrivando al 12,7%. Lo rileva l’Istat nei dati preliminari sottolineando che nei dodici mesi il numero di disoccupati è aumentato del 2,7% (+85 mila) e il tasso di disoccupazione è di 0,3 punti percentuali. A giugno, aggiunge l’istituto di statistica, ci sono 22 mila occupati in meno rispetto a maggio (-0,1%) e 40 mila in meno rispetto allo stesso mese del 2014 (-0,2%). Si tratta del secondo calo congiunturale degli occupati dopo quello di maggio (-0,3%). Ad aprile, invece, c’era stata una crescita dello 0,6%.
A salire è anche il tasso di disoccupazione giovanile che si attesta al  44,2% a giugno e tocca il livello più alto dall’inizio delle serie storiche mensile e trimestrali, nel primo trimestre 1977. La disoccupazione aumenta di 1,9 punti dal mese precedente, ma al tempo stesso si riduce il tasso di inattività di 0,2 punti fino al 74%.

L’stat rende noti anche i dati sull’inflazione che a luglio si attesta allo 0,2%, lo stesso livello di giugno. Su base mensile, l’indice dei prezzi al consumo diminuisce invece dello 0,1%. Al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici, l’inflazione di fondo sale allo 0,8% dallo 0,6% del mese precedente. L’inflazione acquisita per il 2015 scende invece allo 0,1% dallo 0,2% di giugno. La stabilità dell’inflazione è dovuta all’attenuazione del calo tendenziale dei prezzi degli energetici regolamentati (-1,0%, da -3,6% di giugno) e all’accelerazione della crescita di alcune tipologie di servizi, che bilanciano le spinte al ribasso dei prezzi degli energetici non regolamentati (-8,6%, da -7,2% del mese precedente) e degli alimentari non lavorati (+1,6%, da +2,1% di giugno).

 

Confesercenti: “Mercato interno arranca, serve subito stimolo fiscale”. “Pmi in difficoltà: negli ultimi 12 mesi l’ 87% non ha assunto personale, una su dieci teme di chiudere entro un anno

Il mercato interno arranca ancora. I dati Istat sull’inflazione evidenziano a luglio un lieve calo sul mese, dovuto a fattori stagionali, e una sostanziale stasi rispetto ad un anno fa, con un incremento dell’ordine dello 0,2%. Segnale di una domanda interna ancora sostanzialmente ferma e di una ripartenza dei consumi che tarda a concretizzarsi. La stagnazione investe anche il fronte occupazione: negli ultimi 12 mesi solo il 13% delle PMI ha assunto nuovo personale, mentre il restante 87% – quasi nove imprese su dieci – non ha potuto. Anche perché la ripresa continua a sfuggire alla maggioranza dei nostri imprenditori: il  43% segnala un calo di redditività nell’ultimo anno, e più di uno su dieci (il 13%) teme addirittura di chiudere l’attività entro il prossimo anno.

“E’ sempre più evidente – dichiara Massimo Vivoli, presidente di Confesercenti – la necessità di uno stimolo che rinforzi quei primi segnali di ripartenza (intercettati nei primi mesi dell’anno) e li trasformi in una vera ripresa dell’economia. Uno stimolo che, in Italia, non può che essere fiscale: una pressione reale superiore al 50% è incompatibile con il desiderio di tornare a crescere. Per questo chiediamo con forza al Governo di mettere al più presto in campo il piano di riduzione delle imposte già delineato dal Premier Renzi, che potrebbe dare una spinta positiva ai consumi delle famiglie. Urgente anche il taglio delle tasse per le imprese, che però non deve escludere le PMI: costituiscono il 95% del nostro tessuto produttivo, e se non ripartono non ripartirà nemmeno l’occupazione”.

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