Liguria: Covid-19, le linee guida di Fiba per salvaguardare l’apertura degli stabilimenti balneari


«Considerate la difficoltà e l’incertezza che si pone all’orizzonte della prossima stagione balneare, nonché le peculiarità orografiche della costa ligure e della tipologia della nostra offerta, è indispensabile concordare delle modalità affinché tutta la filiera del comparto turistico balneare possa garantire la fruizione delle spiagge e del mare in piena sicurezza, ma anche in condizioni di concreta fattibilità e sostenibilità».

Così Gianmarco Oneglio, presidente di Fiba Liguria, al termine dei lavori della giunta regionale dell’associazione che riunisce i gestori di stabilimenti balneari aderenti a Confesercenti: « Le nostre strutture, previa adeguata rimodulazione e riorganizzazione di tutti i servizi ed in particolare quelli di spiaggia, devono infatti essere messe a disposizione dei cittadini e dei turisti per la prossima estate.

«Considerato che, in questo contesto, non è più sostenibile che alcuni concessionari, ancora oggi, non siano in possesso di un titolo concessorio con scadenza al 2033 –  prosegue Oneglio – ribadiamo ancora una volta l’assoluta necessità che il governo intervenga in tempi brevi sui Comuni ancora in difetto rispetto alla piena applicazione della legge 145/2018. Anche perché, tra le altre cose, questa situazione impedisce l’accesso al “credito di sopravvivenza” previsto dal Decreto liquidità».

«Stante questa situazione, abbiamo elaborato e presentato alla Regione una nostra proposta operativa, articolata in punti fondamentali, che definisce alcune procedure operative condivisibili su tutto il litorale ligure, dalla perimetrazione delle concessioni all’incremento della disponibilità di spiaggia per ciascun ombrellone tale da garantire il necessario distanziamento sociale, fino alla pulizia dei servizi igienici e delle aree comuni. Certo – conclude il presidente Fiba – la collaborazione delle istituzioni e, soprattutto, degli stessi clienti sarà fondamentale per l’efficacia delle misure di prevenzione, perché non possiamo pensare ai gestori come a sceriffi».

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