Liguria: Osservatorio Confesercenti sul credito, calati di 45 miliardi in un anno i prestiti alle imprese

E per le microimprese con meno di cinque dipendenti, gli interessi pagati alle banche per ottenere un finanziamento sono tre volte superiori

Al 30 giugno 2019 si sono registrati 45 miliardi in meno di prestiti alle imprese rispetto al 2018 -6,4%), con riduzioni dei finanziamenti a breve per liquidità di 9 punti percentuali e di quelli per investimento, oltre i 5 anni, del 7%. Questi i dati principali del report semestrale dell’Osservatorio curato dalla Confesercenti nazionale sul credito alle imprese.

Ma quello che più colpisce, del rapporto, è soprattutto lo sbilanciamento tra il rischio di sofferenze bancarie ed il costo dei prestiti per le imprese più piccole – le cosiddette “famiglie produttrici”, con meno di cinque addetti – e tutte le altre. Se, infatti, le prime hanno tassi medi di remunerazione dei prestiti pari al 3,03%, il tasso medio delle società (non finanziarie) è appena dell’1,35%. Un dato palesemente disallineato rispetto al rapporto tra sofferenze e finanziamenti (la cosiddetta “risk ratio”), perché la differenza tra imprese con meno di cinque dipendenti e quelle più grandi è appunto dello 0,5%, 9,9 punti contro 9,4. Di fatto, è come se le microimprese pagassero tre volte di più i prestiti bancari.

Non va poi dimenticato in questo contesto anche l’effetto distorsivo prodotto dalla crescita delle garanzie richieste da parte delle banche. «Senza il supporto della liquidità e degli investimenti, mancano le condizioni per una vera ripresa dell’economia reale – commenta Marco Benedetti, presidente di Confesercenti Liguria -. Sulla perdurante congiuntura negativa pesano, in prevalenza, i criteri di ulteriore restrizione delle banche, cui va aggiunta anche una contrazione della domanda legata al contesto economico recessivo. Ma la questione di fondo è se il modello attuale di banca, dove le commissioni pareggiano quasi il margine d’interesse come fonti di profitto, sia in grado di poter assecondare i bisogni del nostro sistema produttivo e della sua ossatura, fatta di piccole e piccolissime imprese, comprese ovviamente quella della nostra regione».

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