L’occupazione rallenta, ma riesce comunque a tornare ai livelli pre-crisi

Diffusa la nota trimestrale congiunta sulle tendenze dell’occupazione di Istat, ministero del Lavoro, Inps, Inail e Anpal

Nonostante la lieve diminuzione dell’occupazione nel quarto trimestre del 2018, Gli effetti di trascinamento degli incrementi pregressi consentono comunque di registrare ancora una crescita a livello tendenziale, seppur rallentata rispetto al recente passato. E’ quanto segnala la nota trimestrale congiunta sulle tendenze dell’occupazione di Istat, ministero del Lavoro, Inps, Inail e Anpal.

Le dinamiche del mercato del lavoro risultano sostanzialmente allineate a quelle del Pil, anche esse contraddistinte da un lieve calo congiunturale (-0,1% per il secondo trimestre consecutivo dopo 14 trimestri di espansione) e da una variazione nulla nei confronti del quarto trimestre del 2017. L’input di lavoro misurato in termini di Ula (unità di lavoro equivalenti a tempo pieno) registra una dinamica analoga a quella del Pil a livello congiunturale (-0,1%) e superiore al Pil su base tendenziale (+0,4%). Il tasso di occupazione destagionalizzato risulta pari al 58,6% stabile in confronto al trimestre precedente, a sintesi di un lieve aumento per le donne e di un calo per gli uomini. L’indicatore supera di oltre tre punti il valore minimo del terzo trimestre 2013 (55,4%) tornando ai livelli pre-crisi e sfiorando il livello massimo del secondo trimestre del 2008 (58,8%).

Prosegue la crescita tendenziale dell’occupazione dipendente in termini sia di occupati (+0,4% dati Istat, rilevazione sulle forze di lavoro) che di posizioni lavorative riferite ai settori dell’industria e dei servizi (+1,8% Istat, rilevazione Oros). Lo stesso andamento si riscontra nei dati del ministero del Lavoro tratti dalle comunicazioni obbligatorie rielaborate (+358mila posizioni lavorative nel quarto trimestre 2018 rispetto al quarto del 2017) e nei dati dell’Inps-Uniemens riferiti alle sole imprese private (+431mila posizioni lavorative al 31 dicembre 2018 rispetto al 31 dicembre 2017). L’aumento tendenziale delle posizioni lavorative dipendenti interessa tutte le classi dimensionali d’impresa.

Per il lavoro indipendente, secondo la rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat, prosegue la tendenza alla diminuzione congiunturale (-23mila occupati, -0,4%) rallentando la crescita su base annua (+12mila occupati, +0,2%). Le posizioni lavorative dipendenti presentano, nei dati destagionalizzati, un incremento congiunturale nei settori dei servizi e nell’industria. Nel quarto trimestre 2018, in base alle comunicazioni obbligatorie, le attivazioni sono state 2 milioni 476mila e le cessazioni 2 milioni 396mila, determinando un saldo positivo di 80mila posizioni di lavoro dipendente.

La crescita riguarda i servizi di mercato (+46mila posizioni) e l’industria in senso stretto (+16mila) mentre continua a ridursi l’agricoltura (-11mila posizioni). Andamenti analoghi si riscontrano nelle posizioni lavorative dei dipendenti del settore privato extra-agricolo (Istat, rilevazione Oros), dove la variazione congiunturale di +0,3% (+34mila posizioni) è dovuta a un modesto aumento nei servizi (+0,3%, +27mila posizioni) e nelle costruzioni (+0,3%, +2mila) e a un ancor più modesto incremento nell’industria in senso stretto (+0,1%, +5mila).

L’aumento congiunturale delle posizioni lavorative dipendenti sulla base delle comunicazioni obbligatorie riguarda le posizioni a tempo indeterminato (+80mila) mentre quelle a tempo determinato hanno una variazione nulla. Se le prime continuano a crescere in virtù delle trasformazioni (+140mila), le posizioni a termine sono ferme dopo la lieve riduzione (-8mila) nel terzo trimestre 2018 e la crescita ininterrotta dal secondo trimestre 2016 al secondo 2018. L’incidenza delle attivazioni a tempo determinato è pari all’80,1%, simile al trimestre precedente (80,0%), ma inferiore rispetto al massimo della serie raggiunto nel quarto trimestre del 2017 (81,1%).

In termini di saldi tra attivazioni, cessazioni e trasformazioni, su base annua la dinamica delle posizioni a tempo determinato risulta ancora positiva (+129mila), sebbene in progressivo rallentamento rispetto ai tre trimestri precedenti (+266mila, +374mila e +455mila rispettivamente nel terzo, secondo e primo trimestre). Questo andamento si osserva anche nei dati Inps-Uniemens (+125mila nel quarto trimestre 2018 rispetto a +240mila, +369mila e +501mila) che comprendono anche il lavoro in somministrazione e a chiamata. Le posizioni lavorative a tempo indeterminato presentano un aumento nei dati delle comunicazioni obbligatorie (+230mila) in accelerazione rispetto ai tre trimestri precedenti (+122mila, +71mila e +21mila). Del tutto analogo è l’andamento registrato dai dati Inps. Secondo i dati Istat della rilevazione sulle forze di lavoro prosegue, seppur a ritmi meno intensi, l’aumento tendenziale dell’occupazione (+87mila unità) a cui si associa una diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-105mila) e degli inattivi (-100mila). Tra i giovani di 15-34 anni torna a diminuire l’occupazione, in termini sia congiunturali che tendenziali, e il relativo tasso cala rispetto al trimestre precedente e cresce lievemente in confronto a un anno prima. Significativo l’impatto dell’invecchiamento della popolazione, che contribuisce a spiegare la crescita del numero degli occupati ultracinquantenni, indotta anche dall’allungamento dell’età pensionabile. Nel quarto trimestre 2018 prosegue l’aumento tendenziale del numero dei lavoratori a chiamata o intermittenti.

 

 

 

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