Massimiliano Spigno nuovo presidente di Confesercenti Genova

Il neoeletto presidente : «Fondamentale per la competitività del sistema città costruire reti tra imprese e istituzioni»

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L’assemblea elettiva, svoltasi domenica 9 aprile al Palazzo della Borsa di Genova, ha proclamato Massimiliano Spigno nuovo presidente di Confesercenti Genova: 47 anni, sposato con Barbara e padre di Lucrezia, è titolare del bar-gelateria Chicco di via Oberdan a Nervi e succede dopo quattro mandati a Patrizia De Luise.

Tanti i punti toccati da Spigno nella sua relazione di insediamento, che ha avuto tre parole chiave come filo conduttore: «Genova e la Liguria sono una capitale delle reti, intendendo cioè esperienze uniche come i Civ e i Consorzi dei mercati coperti che proprio qui hanno visto la luce circa vent’anni fa, e la cui sopravvivenza oggi non può tuttavia dipendere dal volontariato dei rispettivi presidenti.

Serve uno sforzo ulteriore, e proprio per questo dobbiamo costruire anche reti tra imprese e istituzioni per valorizzare i nostri territori e accrescere la competitività del sistema Genova: solo così possiamo sperare di invertire una tendenza che nella nostra regione continua ad essere negativa, con una perdita di 1055 imprese nel commercio e di 436 nel settore turistico-ricettivo nel solo 2016, ed un saldo negativo di circa duemila unità nel computo tra occupati e disoccupati, soprattutto del terziario».

Cifre che testimoniano «valori da area di crisi industriale», commenta Spigno, e rispetto alle quali si pone la necessità di «ripensare gli strumenti delle politiche attive del lavoro e degli ammortizzatori sociali», ma anche «l’esigenza di uno storytelling che racconti chi sono, cosa fanno e cosa vendono le nostre imprese, per restituire la giusta dignità ad una figura, quella dell’imprenditore, che deve fare i conti ogni giorno con una pressione fiscale asfissiante, con la contrazione del credito, la burocrazia, l’abusivismo e la concorrenza della grande distribuzione, ormai sempre più svincolata da qualsiasi forma di regolamentazione».

Di fronte a tutto questo, «le imprese devono essere accompagnate in un percorso di digitalizzazione ormai imprescindibile in un mondo – evidenzia il neoeletto presidente di Confesercenti – nel quale è solo il commercio online a crescere: 20 miliardi il giro d’affari in Italia nel 2016, il 18% in più del 2015. Non vogliamo certo snaturare le tradizioni e i valori delle nostre aziende, spesso piccolissime e a gestione familiare, ma abbiamo la necessità di portarle nel futuro per consentire loro di sopravvivere e prosperare».

«Molto del nostro futuro – prosegue Spigno – passa dalla capacità, in un contesto di risorse decrescenti, di valorizzare più e meglio quello che abbiamo sul territorio. E allora, come non partire dal Porto? Possiamo non occuparci di un milione di crocieristi in transito ogni anno? È indispensabile trovare un dialogo con gli armatori delle crociere e dei traghetti, così da convincere chi inizia o termina il suo viaggio a Genova a pernottare in città.

Per farcela, dobbiamo però facilitare e accompagnare le imprese, valorizzando quelli che aprono nei giorni festivi invece di puntare il dito contro chi tiene chiuso, perché questa è una polemica sterile che non ci fa fare passi avanti e che, anzi, danneggia l’immagine di tutti».

«Le istituzioni devono dirci qual è la loro idea di sviluppo per Genova e se davvero corrisponde a quella di una città a vocazione turistica – è stato l’appello di Spigno alla presenza di tre candidati sindaco Marco Bucci, Gianni Crivello e Luca Pirondini –.

Gli amministratori dichiarano infatti di voler puntare sui turisti, ma poi non vogliono la movida, messa in ginocchio da un’ordinanza miope che mette sullo stesso piano i tanti baristi onesti e i pochi che non rispettano le regole; vogliono le aperture festive ma non garantiscono un’adeguata manutenzione del territorio; promettono incentivi alle imprese e poi continuano ad aumentare la pressione fiscale e il costo dei servizi, pensiamo alla Tari. Chi amministrerà la città negli anni a venire dovrà scegliere una volta per tutte quale identità dare alla città, e spiegarne il perché».

Rivolgendosi in particolare proprio ai candidati sindaco, Spigno ha poi posto l’accento su un problema di governance a livello locale: «È possibile un piano strategico della Città metropolitana per lo sviluppo economico e sociale che metta tutti i soggetti attorno a un tavolo e abbia un respiro più ampio dei soli tre anni previsti dalla legge? E per quanto riguarda i Municipi: dovrebbero essere il front-desk del Comune ed invece, per come sono organizzati oggi, non possono intervenire praticamente su nulla.

O decentriamo davvero le funzioni e le risorse oppure, tanto vale, chiuderli e riaccentrare le competenze», la linea del presidente di Confesercenti, che si è anche detto «preoccupato per la dismissione da parte del Comune della sua quota nelle Stazioni Marittime» e ha parlato della mancata creazione di un’unica Camera di Commercio regionale come di «un’occasione persa».

In chiusura, il nuovo presidente di Confesercenti ha indicato alcune priorità per lo sviluppo futuro di Genova: «L’importanza strategica del Porto, il destino di Erzelli e del Blue print, la riduzione del rischio derivante dal dissesto idrogeologico e l’invenzione di un “nuovo Acquario”, vale a dire una nuova grande attrattiva turistica capace di rinnovare l’appeal della città».

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