Modena, Legge Bilancio 2018: le attività di commercio su aree pubbliche non saranno più imprese

Questo il grido di allarme lanciato da ANVA-Confesercenti Modena

 

“Con la legge di bilancio 2018 le imprese di commercio su aree pubbliche non saranno più imprese. Altro che norma salva ambulanti!” Ancora la Bolkestein, le sue ricadute, e gli effetti dei commi 1180 – 1181 della Legge 205/2017, relativa al commercio su area pubblica, al centro dell’attenzione dei tanti operatori del commercio ambulante che hanno preso parte nei giorni scorsi all’incontro provinciale organizzato da ANVA-Confesercenti Modena.

“Le norme approvate con la Legge di Bilancio 2018, in vigore dal 1 gennaio di quest’anno, modificano l’Intesa del 2012 e riducono il nostro settore, ad “attività di sussistenza” o “ lavoro sociale” e non più a libera attività imprenditoriale. Negli anni in cui, si è dato avvio alla più sfrenata liberalizzazione per il commercio in generale, quello su aree pubbliche subisce un ritorno al passato ad “attività socialmente utile” (Codice Rocco 1931). Il danno agli attuali titolari di concessioni è immenso: 100.000 imprese regolarmente iscritte hanno così visto azzerarsi il valore commerciale del proprio lavoro costruito negli anni, saranno condizionate alla verifica periodica del reddito – aberrante! – e limitate nell’azione di impresa: non potranno più né affittare liberamente la propria azienda né più essere titolari di più di un certo numero di attività. Una norma, decisamente in contrasto con le libertà costituzionali, che ha infranto lo statuto delle imprese.”

“Senza contare – prosegue ANVA Modena – le conseguenze per: 1) chi ha partecipato ai bandi e ha la concessione fino al 2030; 2) chi, purtroppo non ha potuto farli dovrà seguire le nuove normative e cioè: massimo 5 o 6 concessioni per ditta (tutte le altre compreso le fiere, revoca e messa a bando senza tutele); 3) aver esercitato su quei posti direttamente negli ultimi 2 anni (in caso contrario revoca e messa a bando); 4) presentare ogni anno una dichiarazione in cui il reddito derivante dalle concessioni è l’unica o la principale fonte di sussistenza familiare (se in famiglia vi sono altre fonti di reddito come quello del coniuge o dei figli, oppure se si è in pensione e si lavora per arrotondare, revoca e messa a bando senza tutele); 5) proroga delle attuali concessioni fino al 2020 (proroga che quasi certamente sarà impugnata dall’Unione Europea, come già successo).”

ANVA, inoltre ricorda che, per tutti i comuni (circa 1.500) che hanno già provveduto, a rinnovare o ad avviare le procedure per il rinnovo delle concessioni, la scadenza delle medesime sarà il 2030. In questo caso il rinnovo è stato effettuato dando continuità alle titolarità delle concessioni senza alcuna limitazione. Le nuove disposizioni prorogano al 31/12/2020 il termine delle concessioni per commercio su aree pubbliche con scadenza anteriore a predetta data. Per chi non ha ancora rinnovato le concessioni, i criteri di assegnazione previsti in base a quanto stabilito dalla legge di Bilancio 2018, saranno dal 2020: priorità di assegnazione per coloro che, nell’ultimo biennio, abbiano utilizzato la concessione direttamente; la concessione dovrà essere unica o prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo famigliare; il numero delle concessioni per ciascun operatore sarà sottoposto a limitazioni.

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