P.a., arriva il domicilio digitale

Buca delle lettere, adieu: le cartelle del fisco e le multe arriveranno direttamente nella casella di posta elettronica.

La vecchia cassetta postale sta per andare in pensione, ed arriva al suo posto il domicilio digitale, l’indirizzo online attraverso cui ognuno potrà essere raggiunto dalla pubblica amministrazione. Il consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto correttivo del Codice dell’amministrazione digitale, il provvedimento della riforma Madia che spinge l’acceleratore sullo spostamento delle comunicazioni della Pa dalla ormai obsoleta posta cartacea alla più moderna email.

E’ un primo passo della cosiddetta cittadinanza digitale, che arriva addirittura in anticipo sui tempi rispetto all’Anagrafe unica della popolazione residente, il mega database – ancora in fase di sviluppo – che raccoglierà e conserverà in formato elettronico tutte le informazioni anagrafiche e domiciliari degli italiani.

Una mossa in direzione del futuro, certo, ma anche un bel risparmio: la sostituzione di lettere e cartelle cartacee con le email porterà un bel risparmio per le casse dello Stato.  Secondo la relazione tecnica al decreto Madia, infatti, le spese annuali sostenute dalle Pa locali per mandare missive di carta ai cittadini ammontano a 250 milioni di euro. E sono, si legge nel documento “una spesa certa, mentre con il domicilio digitale le spese postali si azzerano per i possessori di Pec o di identità digitale. Le Pa non dovranno più sostenere i costi per produrre, conservare, trasmettere documenti cartacei”. E si risparmieranno anche i costi diretti ed indiretti legati all’attività postale: quelli delle buste da lettera, dei toner e della carta, ma anche quelli legati al lavoro necessario per spedire. A questi vantaggi evidenti se ne aggiunge un altro, meno quantificabile: il risparmio del tempo impiegato dal destinatario in caso di assenza per recuperare una raccomandata. Insomma, meno file alle poste, di sabato mattina, per i poveri cittadini che hanno un lavoro e non sono a casa a firmare la ricevuta. E forse anche meno furbetti, visto che la posta elettronica è meno facile da evitare rispetto a quella cartacea.

Certo, il domicilio digitale non sarà del tutto gratis: Quanto alle attività di manutenzione ed erogazione del servizio si prevede, stando sempre alla relazione tecnica, “una spesa di circa 200.000 euro per il 2018 e il 2019”.

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