Padova: muoiono le attività nei borghi, nel 2017 chiusa una su 10

Rossi: salvaguardare le attività per contrastare spopolamento e degrado

«I piccoli borghi hanno un ruolo fondamentale nella qualità della vita del nostro territorio» dichiara il presidente di Confesercenti del Veneto Centrale Nicola Rossi. «In tanti piccoli comuni padovani le piazze erano un brulicare di piccoli negozi, di bar, di panifici di edicole ecc. Oggi troppo spesso troviamo piazze deserte e serrande abbassate. La socialità è sparita con la chiusura di tanti piccoli esercizi che ne costituivano la base portante. E allo stesso modo sono spariti i servizi di base per tante persone con scarsa mobilità: dove una volta c’era un ‘casolin’ o una cartoleria o una ferramenta oggi non c’è più nulla. Spesso una desolante vetrina vuota e sporca».

«Non dimentichiamoci» continua Rossi «che la bellezza del nostro Paese non è fatta solo di un grande patrimonio architettonico ma anche da quel patrimonio culturale e sociale che altrove ci invidiano, di cui la piccola bottega è un tassello fondamentale: è un luogo d’incontro, di solidarietà e di scambio. Nuovi modelli di consumo e di sviluppo commerciale la stanno distruggendo. Non possiamo pensare che l’unica risorsa sia il turismo. Occorre mettere al centro dell’azione la salvaguardia di queste realtà».

«La rigenerazione dei piccoli centri urbani» insiste Rossi, «e la salvaguardia di questi piccoli borghi sono lo strumento per evitarne lo spopolamento e di conseguenza il degrado. Non solo: salvaguardare la piccola bottega nei centri minori significa anche dare risorse al rilancio dei prodotti locali, alla riscoperta del nostro patrimonio culturale, dare concretezza alle iniziative per la difesa delle tradizioni alimentari. Sia chiaro: parliamo di iniziative che passano per i moderni concetti di servizio, con botteghe profondamente legate al territorio ma con una vetrina collegata con il mondo, con modelli di vendita smart, fortemente incentivate ed animate. Una sfida per la nuova imprenditorialità. Quello che serve è sempre di più uno sforzo comune, una condivisione tra le istituzioni, per costruire insieme un modello per il futuro delle nostre piccole comunità».

I DATI DELL’INDAGINE

Sono 47, pari al 46,08% del totale, i comuni con meno di 5.000 abitanti nella provincia di Padova (erano 50 prima della fusione dei tre comuni del Montagnanese che ha dato vita al comune chiamato Borgo Veneto).

In questi comuni, alla data del 31 dicembre 2017, operavano 1.504 attività commerciali al dettaglio pari all’11,22% delle intere attività della provincia di Padova.

Sempre nei comuni con meno di 5.000 abitanti risiedono 144.807 cittadini per una percentuale pari al 15,47% del totale dei padovani mentre gli esercizi presenti sono 1.504 pari all’11,22%.

In questi comuni tra il 2012 ed il 2017 siamo passati da 1.579 a 1.504 attività di commercio al dettaglio con una perdita di 75 esercizi, mentre nel contesto provinciale il totale degli esercizi cresceva di 135unità.

Tra il 2016 ed il 2017 il saldo negativo è pari a 34 unità.

Tra il 2012 ed il 2017 c’è un saldo negativo del 4,75% nei comuni con meno di 5.000 abitanti – la percentuale più alta rispetto al numero di esercizi.

Se si analizza il totale delle cessazioni nel corso del 2017 scopriamo che in questi comuni ha chiuso in media un esercizio ogni dieci.

Nei bar e ristoranti il dato è migliore ma sempre con il segno negativo nei comuni con meno di 5.000 abitanti.

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